«Accordo sul cessate il fuoco a Gaza entro lunedì». Cosa c’entra l’annuncio di Biden con le primarie in Michigan

Il presidente Usa ha annunciato in un’intervista un probabile stop delle operazioni a Gaza durante il Ramadan. Una dichiarazione che sembra rivolta alla comunità arabo-americana del Michigan: Stato in bilico alla prova delle primarie

L’annuncio di Joe Biden su un presunto accordo per il cessate il fuoco a Gaza la prossima settimana ha lasciato tutti interdetti. Al punto che, per la prima volta dall’inizio della guerra, le posizioni di Israele e di Hamas sembrano convergere su un profondo scetticismo. Se il premier israeliano Netanyahu si è detto «sorpreso» dalle affermazioni del presidente Usa, che con un gelato in mano ha annunciato in un’intervista alla rete televisiva Nbc il probabile stop delle operazioni a Gaza durante il Ramadan, un funzionario di Hamas sentito dall’agenzia Reuters avrebbe definito «premature» le sue affermazioni.


Mentre proseguono, con scarso ottimismo da parte dei protagonisti, i colloqui per una possibile tregua del conflitto, il presidente preme sull’acceleratore della pace. Al di là delle buone intenzioni di Biden che, fin dall’inizio della risposta israeliana al brutale attacco del 7 ottobre ha portato avanti un duplice atteggiamento di solidarietà verso il popolo israeliano e verso i civili palestinesi, tanti si domandano come mai l’annuncio arrivi a poche ore dalle primarie democratiche in Michigan, considerate il primo vero test sulla politica estera mediorientale dell’amministrazione Biden.

Il ruolo della comunità arabo-americana del Michigan

Il Michigan è uno degli Stati in bilico con il più alto numero di elettori giovani e dove gli arabi-americani – circa 300mila elettori – hanno avuto un peso fondamentale nell’elezione di Joe Biden nel 2020, garantendogli un modesto vantaggio alle urne: il presidente ha infatti sconfitto Donald Trump per 155mila voti. A Dearborn ha sede una delle più importanti comunità arabo-americane degli Stati Uniti, e la parlamentare del Michigan Rashida Tlaib, unico membro palestinese del Congresso americano, ha esplicitamente detto ai suoi elettori di non sostenere Biden. Tlaib, esponente di punta insieme ad Alexandria Ocasio-Cortez dell’ala più radicale del partito democratico, si è unita a un movimento di protesta nato in Michigan negli ultimi mesi che esorta gli arabi-americani a palesare il dissenso nei confronti di un presidente considerato troppo vicino a Israele. Come? Barrando sulla scheda elettorale l’opzione “not-committed” (non schierato), che permette agli elettori di votare il partito ma non il candidato. Nel tentativo di arginare la fuga di voti, lo scorso 8 febbraio il presidente ha incontrato i leader delle comunità musulmana e arabe del Michigan garantendo maggiore supporto e tutela nei confronti dei civili palestinesi. Un gesto che probabilmente lo aiuterà a blindare la sua candidatura alle presidenziali ma non a salvare la faccia davanti a elettori e membri del partito critici. Come ha scritto la Bbc, la vittoria di Biden in queste elezioni primarie «è assicurata, ma i democratici guarderanno quanti voteranno “non schierato” per capire l’entità del danno elettorale causato dal sostegno del presidente a Israele nella sua guerra contro Hamas a Gaza».

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