Russia, la repressione non si ferma: fermato (e poi rilasciato) l’avvocato di Alexei Navalny. Aveva chiesto con la madre la restituzione del corpo

Vasily Dubkov sarebbe stato detenuto con l’accusa di «violazione dell’ordine pubblico». E la famiglia denuncia: «Ci impediscono di celebrare il funerale»

L’avvocato Vasily Dubkov, che ha difeso Alexei Navalny e ha accompagnato anche negli ultimi giorni la madre Lyudmila nella regione artica per ottenere la restituzione del corpo del dissidente morto, è stato fermato oggi a Mosca, secondo quanto riferiscono diverse testate indipendenti russa, tra cui Novaya Gazeta Europe. Il legale, a quanto emerge, sarebbe accusato di un reato amministrativo, quello di «violazione dell’ordine pubblico». Dopo alcune ore, Dubkov è poi stato rilasciato dalla stazione di polizia di Mosca dove era stato fermato, come ha potuto riferire egli stesso al media indipendente Verstka. La cappa di repressione che opprime Navalny, perfino da morto, e il suo circuito era stata confermata ancora una volta questa mattina da un’altra denuncia fatta trapelare dalla portavoce Kira Yarmish: la famiglia e lo staff dell’oppositore deceduto in colonia penale non riescono ad ottenere uno spazio dove poter celebrare il funerale. «Abbiamo chiamato la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei siti commerciali e delle sale funebri. Da qualche parte dicono che la stanza è occupata. Da qualche parte si rifiutano di menzionare il nome Navalny. In un posto ci è stato detto direttamente che alle agenzie funebri era vietato lavorare con noi», è la denuncia.


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