La Russia non restituirà il corpo di Navalny per altri 14 giorni: «Servono esami chimici». Ma il Cremlino continua a negare ogni responsabilità

Negato per il terzo giorno l’accesso all’obitorio, ora i tempi si allungano. Gli indizi di un possibile avvelenamento

Il corpo di Alexei Navalny non sarà restituito alla famiglia per almeno altri 14 giorni. È quanto avrebbero detto gli investigatori russo alla madre del dissidente anti-regime morto – secondo la versione ufficiale – venerdì mattina nella colonia penale dove era detenuto da mesi. Lo ha scritto su X la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, secondo la quale la motivazione addotta sarebbe che la salma deve essere sottoposta a «esami chimici». Proprio questa mattina, i collaboratori dell’oppositore-martire avevano reso noto che le autorità russe per il terzo giorno consecutivo avevano negato alla famiglia l’accesso alla salma. «La madre di Alexei e i suoi avvocati sono arrivati all’obitorio ma non gli è stato permesso di entrare. Uno degli avvocati è stato letteralmente spinto fuori», aveva fatto sapere sui social la stessa Kira Yarmysh. «Non siamo coinvolti in questa questione, non è una funzione dell’amministrazione presidenziale», aveva replicato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass. Che s’era scagliato anche contro la reazione di Stati Uniti e Unione europea alla morte di Alexei Navalny, definendo le accuse rivolte a Vladimir Putin sono «rozze» e «inammissibili». L’inchiesta sull’accaduto, ha precisato oggi il portavoce , è ancora in corso e per il momento non ha prodotto risultati.


Tutti i dubbi sulla morte del dissidente

Ieri la testata indipendente russa Novaya Gazeta ha scritto, citando un paramedico dell’ospedale di Salekhard, che sul corpo di Alexei Navalny sono stati trovati dei lividi. Ufficialmente la morte del dissidente russo è stata attribuita a un’embolia dopo una «passeggiata» a 40 gradi sotto zero, ma sono in molti a sollevare dubbi sulla versione offerta dalle autorità russe. Nei giorni scorsi, tutti i leader politici occidentali (o quasi) hanno addossato la responsabilità a Vladimir Putin. «Non sappiamo esattamente cosa è successo ma non c’è dubbio che è una conseguenza di qualcosa che ha fatto il leader del Cremlino e i suoi scagnozzi», ha detto il presidente americano Joe Biden durante una conferenza stampa alla Casa Bianca.


Foto di copertina: EPA/Gavriil Grigorov | Il presidente russo Vladimir Putin durante l’intervista con Tucker Carlson al Cremlino (Mosca, 9 febbraio 2024)

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