Morte Navalny, la rivelazione di Novaya Gazeta: «Sul corpo ci sono lividi». Le ipotesi dei paramedici

Secondo gli operatori sanitari sarebbero compatibili con la rianimazione susseguente al presunto arresto cardiaco, ma non è chiaro cosa abbia causato quest’ultimo

Sul corpo di Alexei Navalny sono stati trovati dei lividi. A riportarlo è la testata indipendente russa Novaya Gazeta citando a sua volta un paramedico dell’ospedale di Salekhard, la capitale del circondario autonomo Jamalo-Nenec, dove si trova Kharp, la città oltre il circolo polare artico in cui è situata la prigione di massima sicurezza in cui il dissidente politico di Vladimir Putin scontava una pena per «estremismo» fino alla sua morte, lo scorso 16 febbraio, ufficialmente attribuita a un’embolia dopo una «passeggiata» a 40 gradi sotto zero. Il paramedico afferma di non aver visto i lividi personalmente, ma di aver ascoltato la dettagliata descrizione dei medici legali che li hanno osservati, secondo i quali i segni non sarebbero il risultato di percosse, ma di convulsioni.


Compatibili con l’arresto cardiaco

«Come paramedico esperto, posso dire che le ferite descritte da coloro che le hanno viste sembravano derivare da convulsioni», ha dichiarato il alla Gazeta. «Se una persona ha le convulsioni e gli altri cercano di trattenerla ma le convulsioni sono molto forti, compaiono dei lividi. Hanno anche detto che aveva un livido sul petto, del tipo che deriva dal massaggio cardiaco indiretto». Una versione, quindi, che almeno secondo la fonte di Novaya Gazeta non smentisce quella ufficiale fornita dalla Russia. Tuttavia, lo stesso paramedico solleva un dubbio: «Hanno provato a rianimarlo e probabilmente è morto per arresto cardiaco. Ma nessuno dice nulla sul motivo per cui ha avuto questo arresto cardiaco».


Il Novichok e lo strano percorso del cadavere e l’autopsia che non c’è

Asfissia e arresto cardiaco sono tra gli effetti del Novichok, agente nervino con cui Navalny era stato avvelenato nel 2020 riuscendo a salvarsi, e con cui potrebbe essere stato avvelenato di nuovo secondo il giornalista investigativo di Bellingcat e amico del dissidente Christo Grozev. Il corpo di Navalny si trova attualmente nell’obitorio dell’ospedale di Salekhard. Al momento non sarebbero state effettuate autopsie. La salma ha seguito un percorso insolito, scrive ancora Novaya Gazeta. Inizialmente portato nella città di Labytnangi, a 36 chilometri dalla colonia penale dove è morto nel villaggio di Kharp e trasferito venerdì a Salekhard. «Di solito i corpi delle persone che muoiono in prigione vengono portati direttamente all’ufficio di medicina legale in via Glazkova, ma in questo caso per qualche motivo sono stati portati all’ospedale clinico», ha detto ancora il paramedico del servizio di ambulanze dell’ospedale.

«Lo scambio di prigionieri che avrebbe liberato Navalny»

Alla già complicata vicenda si aggiunge quanto scrive oggi il quotidiano tedesco Bild. Secondo il tabloid berlinese, che cita «informazioni in proprio possesso», Navalny sarebbe morto «forse poco prima di una sua possibile liberazione» parte di uno «scambio di prigionieri» tra Usa, Russia e Germania. Ad essere coinvolte sarebbero Mosca, Washington e Berlino. Il leader del Cremlino, infatti, «voleva riavere l’assassino di Tiergarten (grande parco di Berlino, ndr)», Vadim Krasov, agente che aveva sparato a un oppositore del di Mosca a Berlino nel 2019. Putin aveva anche accennato pubblicamente alla cosa nell’intervista a Tucker Carlson. Gli Usa, invece, avrebbero chiesto il rilascio dell’ex marine Paul Whelan e del giornalista Evan Gershkovich.

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