La manager 78enne che ha aperto una partita Iva: «Così mi pago la mia pensione»

Anna Mongodi lavora nell’azienda del nipote

Anna Mongodi, 78 anni, dopo aver maturato i requisiti per la pensione, due anni fa ha aperto la partita Iva. Lavora nell’azienda del nipote e si occupa di accessori d’abbigliamento. In particolare bottoni, dove ha una lunga esperienza. Ogni mattina alle 8.30 è in ufficio. E oggi racconta al Corriere di Milano la sua storia: «Metalbuttons trading e spa insieme sono arrivate a fatturare circa 18 milioni di euro, con 50-60 dipendenti. La Trading, che è il mio comparto, fino a 3 milioni l’anno, poi è iniziata la discesa: la crisi, il Covid. La trading ha chiuso nel 2022, la spa era già stata acquisita da un fondo d’investimento». Ma lei ha continuato a lavorare: «A 64 anni ho maturato i requisiti della pensione ma ho proseguito anche in azienda come componente del board: percepivo un emolumento regolarmente tassato».


Poi ha aperto la partita Iva: «Necessaria perché la ritenuta d’acconto prevede un tetto di incassi di 6 mila euro e io sono oltre. Il commercialista – che si è stupito per la mia età – ha fornito i requisiti per aprirla e accedere al regime forfettario: pensione inferiore a 30 mila euro annui lordi, non essere socia di società né amministratrice, non avere aperto la partita Iva negli ultimi 3 anni, nessuna fattura alla società per la quale ero dipendente o amministratore negli ultimi due anni, non fatturare più di 65 mila euro annui». Adesso paga le tasse sulla pensione e sulla partita Iva: «Qui il reddito è il 78% dei ricavi, su questo imponibile contributivo verso il 24% all’Inps. Segue il passaggio nella dichiarazione dei redditi. Sono una pensionata che si paga la sua pensione».


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