La versione di Piantedosi sul corteo di Pisa: «Manifestazione in totale violazione di legge» – Video

Alla Camera il titolare del Viminale sottolinea che la «questura non era stata avvisata». E raccoglie gli applausi del centrodestra quando invita a «non fare processi sommari ma bene Mattarella»

«In merito alla manifestazione di Pisa va preliminarmente evidenziato che, in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla Questura, ma che la stessa manifestazione, sia dal Collettivo universitario autonomo di area antagonista che dal movimento politico “Cambiare Rotta Pisa”, era stata pubblicizzata sul web come una giornata di sciopero per la Palestina, con concentramento dei partecipanti in Piazza Dante e verosimile prosieguo con un corteo nel centro cittadino». Queste le parole, alla Camera, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante l’informativa sulle cariche contro gli studenti a Pisa. La questura, aggiunge il ministro, «avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico». Sulle cariche contro gli studenti spiega che «verifiche verranno svolte con rigore e in piena trasparenza su quanto avvenuto, sono in corso anche indagini della magistratura. Il governo non ha cambiato la strategia nella gestione dell’ordine pubblico». «I manifestanti hanno posto in essere ripetuti tentativi di sfondamento, respinti dal personale di polizia, anche grazie al successivo intervento di due squadre di rinforzo del Reparto Mobile», ha sottolineato. I genitori dei ragazzi manganellati promettono cause collettive e 15 poliziotti sono a rischio inchiesta.


«No a processi sommari, ma bene Mattarella», e il centrodestra si alza e applaude in aula

Il ministro, durante l’informativa, ha invitato a non «fare processi sommari alle forza dell’ordine». Per reazione tutti i deputati del centrodestra si sono alzati in piedi per battere le mani a lungo. Piantedosi è ai banchi del governo accanto al ministro della Scuola Giuseppe Valditara. «Rivolgo un sentito ringraziamento, a nome di tutti gli appartenenti alle Forze di polizia, al presidente della Repubblica per la solidarietà espressa agli agenti della Polizia di Stato che ieri, a Torino, mentre svolgevano un servizio connesso al rimpatrio di un immigrato, pluricondannato per gravissimi reati, sono stati vittime di una violenta aggressione da parte di un nutrito gruppo di anarchici», ha poi dichiarato. «Lo ringrazio anche – aggiunge – per aver ribadito, sia a me che al Capo della polizia, la piena fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia di Stato». «Ho condiviso pienamente – prosegue il ministro – le parole pronunciate dal presidente Mattarella all’indomani degli scontri di Pisa. Come il capo dello Stato sono convinto anch’io che l’autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell’uso della forza. Questa autorevolezza si fonda sul sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana».


I «rischi per gli agenti»

Ricostruendo la manifestazione di Pisa, Piantedosi ha anche argomentato che se non ci fosse stata la carica, gli agenti avrebbero corso seri rischi: «per garantire l’incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti». Prima della carica, dice ancora il titolare del Viminale, gli agenti avevano tenuto la posizione «utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi».

«La gestione dell’ordine pubblico non cambia»

«Va fermamente respinta ogni suggestione che vi sia un disegno del governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle forze di polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico. Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso e, neanche, indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell’ordine pubblico», ha dichiarato il ministro. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre su tutto il territorio nazionale si è sviluppata secondo Piantedosi «un’ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all’area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione. In questo ambito, è stato, inoltre, riscontrato un crescente fermento tra le componenti studentesche di area antagonista». E aggiunge, «un clima di crescente aggressività nei confronti delle Forze dell’ordine, sia allo scopo di essere attrattiva che di provocare reazioni da parte di chi gestisce l’ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la ‘piazza’ e le Istituzioni».

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