«Dopo i fatti di Pisa i figli dei poliziotti sono bullizzati a scuola»

La denuncia del sindacato di polizia Coisp. «Vengono additati come “figlio dello sbirro” o “figlio di manganellatori”»

Sono figli e figlie di agenti della polizia di Stato e da inizio settimana hanno smesso di andare in classe perché bullizzati, sia a scuola, sia tramite social. I casi, dodici per ore, emergono dagli istituti superiori di Pisa, Firenze e di altre città, secondo le segnalazioni del sindacato di polizia Coisp, il Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle Forze di polizia. E sono comparsi dopo le cariche contro gli studenti a Pisa. «I colleghi ci segnalano una dozzina di casi, sia in scuole superiori a Firenze, Pisa e altre città, due anche in medie inferiori ma non escludiamo altri casi, anche verso personale di altre forze di polizia. La situazione è tale che la maggior parte di loro non se la sente di tornare in classe», ha dichiarato il segretario generale Coisp, Domenico Pianese. «Vengono additati come “figlio dello sbirro” o “figlio di manganellatori”, vengono accusati di essere picchiatori. “Dove hai messo il manganello?”, gli viene detto». Il sindacato si augura che «questo clima passi, se dovesse consolidarsi sarebbe un problema importante» anche perché, spiega Pianese «i processi si celebrano nei tribunali, non nelle piazze e tanto meno contro dei ragazzi solo perché sono figli di esponenti della polizia. Speriamo che questo modo di fare non si consolidi e sia legato solo al momento». Il Coisp denuncia l’episodio in istituti «molto politicizzati», e chiede «a docenti e presidi di intervenire, anche se abbiamo notato il comportamento di taluni dirigenti scolastici e professori che ci lasciano perplessi».


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