Stefano Accorsi: «I giovani hanno già fatto la rivoluzione, bisogna imparare ad ascoltarli»

L’attore e il gap generazionale: li criticano come negli Anni Sessanta

L’attore Stefano Accorsi sta lavorando a Bologna a “Un amore”, serie tv per Netflix. E in un’intervista rilasciata a La Stampa dice che la gente della sua età molto spesso parla a sproposito dei giovani, ma troppo poco spesso li sente parlare. Mentre c’è chi dice che le manganellate di Pisa saranno un bene per loro: «Sono quelli che dicono che si stava meglio prima, come quelli che criticano la musica che ascoltano i giovani. Invece forse bisogna imparare ad ascoltarli iniziando dalla loro musica. Io grazie a mio figlio ho ascoltato la musica contemporanea. Tutto questo criticare i ragazzi è oltremodo superficiale, una cosa così non capitava dagli anni Sessanta».


L’ambiente

E ancora: «Io vedo tanti ragazzi che ci sanno fare parecchio e non lo vedevo da tanto tempo. Vedo ragazzi che si raccontano e lo fanno tirando fuori con sincerità molte più cose di prima. Anche le ambizioni legate ai soldi, alla realizzazione personale». Secondo l’attore gli “adulti” ignorano che i ragazzi «sono sottoposti ad ansie e stress molto forti. Anche perché non è che viviamo in un ambiente rassicurante. Quando noi eravamo ragazzi, sapevamo che con la giusta preparazione e un po’ di fortuna c’era lavoro per tutti, una cosa da fare la trovavi. Oggi per i ragazzi non è così. Sui social postano pochissimo o niente, guardano, si informano, cercano e trovano connessioni. Per loro inclusione ed esclusione sono temi importantissimi. In questo i giovani hanno già fatto una rivoluzione, imponendo ai big della tecnologia e degli affari diversi temi e un nuovo linguaggio. Le grandi aziende hanno bisogno di attirarli e non possono farlo se non rispettano i valori verso i quali i giovani esigono rispetto, soprattutto quelli identitari. Le società che non li rispettano, perdono appeal in un attimo».


Le differenze economiche

Ma c’è anche un altro tema: «Quello che vedo è che diventano sempre più forti le separazioni sociali tra i ragazzi legate non tanto alla loro provenienza, ma alla ricchezza dei genitori. Le differenze economiche stanno creando mondi sempre più separati».

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