Coppie omogenitoriali, respinti i ricorsi della Procura: «Gli atti di nascita dei bimbi con due madri non si possono cancellare»

«Hanno vinto e coraggio e buon senso, contro un accanimento ideologico», commenta una mamma arcobaleno dopo la decisione del Tribunale

«Hanno vinto e coraggio e buon senso, contro un accanimento ideologico». Con queste parole, Laura – una delle mamme arcobaleno di Padova – commenta la decisione del Tribunale di Padova che oggi, martedì, 5 marzo, ha dichiarato inammissibili gli oltre 30 ricorsi con cui la Procura aveva chiesto di cancellare il doppio cognome sugli atti di nascita dei bambini e bambine. «Ha vinto la rete di avvocati che ha presentato una difesa inattaccabile, contro un Parlamento dormiente. Hanno vinto i nostri figli, che al momento possono continuare a chiamarci mamme», conclude. La questione sottoposta al Tribunale riguardava la possibilità di riconoscere, come figli e figlie di due madri, i bimbi concepiti all’estero da due donne e poi nati in Italia. «È una grande soddisfazione che il Tribunale abbia accolto la mia linea difensiva, dichiarando inammissibili i ricorsi e confermando di fatto gli atti di nascita con doppia maternità», dichiara l’avvocato Michele Giarratano, che ha seguito alcune delle coppie di mamme arcobaleno di Padova. Sulla decisione della procura è intervenuto anche il sindaco Sergio Giordani: «Un passo importante per le bambine e i bambini e le oro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario dei piccoli», afferma il sindaco Sergio Giordani.


La vicenda

A giugno dello scorso la Procura di Padova ha impugnato gli atti di nascita di 33 bambini e bambine, figli di coppie di due madri, registrati dal sindaco Sergio Giordani dal 2017 fino ad oggi. La procuratrice Valeria Sanzani ha, infatti, chiesto che venisse modificato il certificato di nascita attraverso la «cancellazione» del nome della madre non biologica e la «rettifica» del cognome attribuito alla figlia, tramite il depennamento di quello della “seconda mamma”. Nonostante l’impugnazione, il Comune di Padova – in questi mesi – ha proseguito a registrare i figli di mamme gay nonostante l’impugnazione. A novembre 2023, il dietrofront della Procura. Quest’ultima ha infatti aderito alla questione di incostituzionalità avanzata dai legali delle coppie omogenitoriali, ritenendo opportuno che la Corte Costituzionale «torni ad ad esprimersi sulla questione».


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