L’ambasciata ucraina in Vaticano a Papa Francesco: «Qualcuno aveva mai parlato di negoziare con Hitler?»

La risposta di Kiev alle parole di Bergoglio, che alla Tv svizzera aveva invitato l’Ucraina ad avere il «coraggio della bandiera bianca» e di «negoziare»

È dura la reazione dell’ambasciata ucraina presso la Santa Sede alle parole di Papa Francesco che, intervistato dalla Tv svizzera, aveva invocato la ripresa di una trattativa con la Russia per la fine della guerra. La rappresentanza diplomatica di Kiev in Vaticano prende spunto dalle parole di Bergoglio dello scorso gennaio, quando al tradizionale discorso di inizio anno con il Corpo diplomatico presso la Santa sede aveva denunciato: «Il mondo è attraversato da un crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito terza guerra mondiale a pezzi in un vero e proprio conflitto globale». Ieri 9 marzo, il Papa ha poi detto: «Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore».


«È molto importante essere coerenti! – scrive l’ambasciata ucraina – Quando si parla della terza guerra mondiale, che abbiamo ora, è necessario imparare le lezioni dalla seconda guerra: qualcuno allora ha parlato seriamente dei negoziati di pace con Hitler e di bandiera bianca per soddisfarlo? Quindi la lezione è solo una: se vogliamo finire la guerra, dobbiamo fare di tutto per uccidere il Dragone!». Sulla stessa linea erano state anche le dichiarazioni del capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, che durante la visita pastorale a New York aveva commentato: «L’Ucraina è ferita ma imbattuta. L’Ucraina è esausta, ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi! E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete!».


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