Alaska Airlines, la rivelazione del Nyt: «I tecnici sollecitarono lo stop il giorno prima dell’incidente»

Il 4 gennaio, il giorno prima dell’incidente in cui il Boeing 737 Max ha perso alcuni pezzi in volo, i tecnici di Alaska Airlines avevano sollevato alcuni problemi di sicurezza

I tecnici di Alaska Airlines avevano notato alcuni problemi sull’aereo Boeing 737 Max 9 – lo stesso che lo scorso 5 gennaio ha perso un pezzo di fusoliera e il portellone di emergenza mentre era in volo dall’Oregon alla California – ma la compagnia aerea ha deciso di farlo volare comunque. Lo rivela il New York Times, secondo cui il parere negativo di tecnici e ingegneri sarebbe arrivato il 4 gennaio, ossia il giorno precedente all’incidente aereo in cui è rimasto ferito un membro dell’equipaggio. I tecnici avrebbero chiesto di tenere l’aereo a terra. Alaska Airlines, invece, ha deciso di mantenerlo in servizio per tre tratte, al termine delle quali sarebbe iniziato l’iter per la manutenzione del velivolo. Se la ricostruzione del New York Times fosse confermata, l’azienda avrebbe dunque ignorato il parere dei suoi tecnici, decidendo di impiegare comunque l’aereo per alcune tratte brevi.


Nelle sei settimane di verifiche dopo l’incidente, le autorità americane hanno rinvenuto decine di problemi nel processo di produzione del 737 Max. Secondo il quotidiano statunitense, il velivolo della Boeing avrebbe fallito 33 verifiche su 89. Al punto da spingere il dipartimento di Giustizia ad avviare – sempre secondo quanto riporta il New York Times – un’indagine penale su quanto accaduto su quel volo dello scorso 5 gennaio, in cui il portellone dell’aereo di Alaska Airlines è esploso pochi minuti dopo il decollo. La compagnia aerea ha confermato quanto riportato dal New York Times, ma ha precisato che i segnali di allerta non erano abbastanza preoccupanti da spingere i vertici aziendali a optare per la sospensione immediata del servizio.


Foto di copertina: EPA/Ntsb

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