Cosa rischia il Milan con l’indagine su Gazidis e Furlani: ammende, penalizzazioni ed esclusione dalle coppe

L’inchiesta: i due a.d. avrebbero occultato comunicazioni alla Figc. Le multiproprietà, il conflitto d’interesse, le perquisizioni

L’indagine sul Milan potrebbe costare ai rossoneri ammende e penalizzazioni. E l’Europa per il prossimo anno è a rischio. Anche se un eventuale fascicolo dell’Uefa verrebbe aperto soltanto dopo la sentenza della Figc. Secondo l’inchiesta della procura di Milano coordinata da Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri il fondo Elliot conserva attualmente «il controllo sostanziale della società Ac Milan». Mentre all’autorità di vigilanza della federazione è stata rappresentata la cessione del 2022 in favore del fondo Redbird di Gerry Cardinale. L’ex amministratore delegato Ivan Gazidis e l’attuale a.d. Giorgio Furlani sono indagati per ostacolo nell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza. Perché avrebbero «occultato con mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare alla Figc».


Gli articoli 31 e 32 del Codice di Giustizia Sportiva

Ma a parte le questioni penali, la procura della federazione oggi chiederà a Milano gli atti. Le violazioni potrebbero interessare gli articoli 31 e 32.5 del Codice di Giustizia Sportiva. L’articolo 31 parla di violazioni in materia gestionale ed economica, mentre il 32 descrive «doveri e divieti in materia di tesseramenti, trasferimenti, cessioni e controlli societari». Secondo il comma 5 «costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parzialmente, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva». E prescrive che la società che non adempie agli obblighi di comunicazione e di deposito nei termini fissati […] è punita con le sanzioni previste, ovvero, in mancanza, con quelle dell’ammenda o della penalizzazione di uno o più punti in classifica». I rossoneri rischiano anche la contestazione dell’articolo 4 sulla lealtà sportiva.


Le multiproprietà

Poi ci sono le norme Uefa sulle multiproprietà. La violazione può portare all’esclusione dalle coppe. Ma in questo caso bisogna dimostrare che Elliott è proprietario del Milan e che lo è stato del Lille. L’accusa è convinta che la cessione del Milan, avvenuta il 31 agosto 2022, sia stata simulata e la reale proprietà sia nascosta. Paolo Scaroni non è indagato, nonostante sia presidente del Milan, perché la responsabilità sulle comunicazioni sui passaggi di proprietà è dell’a.d. Le perquisizioni di ieri puntavano allo scontro tra Blue Skye ed Elliott per la vendita del club. La società di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo ha avviato una serie di contenziosi negli scorsi mesi tra Usa, Lussemburgo, Italia e Hong Kong. La chiave del controllo è da ricercare nel vendor loan agreement. RedBird ha pagato il Milan 1,2 miliardi di euro.

Le perquisizioni

Cardinale ha acquistato con 600 milioni cash e gli altri soldi prestati dal venditore. La Stampa scrive oggi che la deduzione investigativa della Guardia di Finanza sulla proprietà del Milan viene dalla documentazione acquisita in Lussemburgo un anno fa nelle perquisizioni ai consiglieri indagati Jean Marc McLean e Daniela Italia di Project RedBlack. Ovvero il veicolo societario che controllava il Milan fino alla vendita. Poi ci sono le voci sui nuovi soci in arrivo, ovvero il fondo del Bahrein Investcorp e quello saudita Pif. Un documento societario interno intitolato “Ac Milan investor presentation” sostiene che il nuovo potenziale investitore entrerebbe nel club con il 41,7% attraverso l’acquisto dell’80% del finanziamento di Elliott. Questo elemento, secondo la Gdf, confermerebbe che il vendor loan sottoscritto tra RedBird ed Elliott garantisce a quest’ultimo il controllo di parte della società.

Conflitto d’interesse

Questa circostanza farebbe emergere quindi il conflitto d’interesse in Europa. Dove il fondo di Singer risulta avere un’influenza dominante sul club francese del Losc Lille. Il doppio controllo violerebbe l’articolo 5 del regolamento Uefa. Quello che impedisce a uno stesso proprietario di avere influenza su due o più club iscritti alle stesse competizioni europee. Le verifiche sono scattate proprio dopo un esposto di Blue Skye, socio di minoranza. Che avrebbe denunciato una perdita di garanzie sul finanziamento per oltre 100 milioni di euro. E sostiene anche l’esistenza di «opacità nei passaggi societari».

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