Il ministro Piantedosi: «La Russia non è una democrazia compiuta»

Il responsabile del Viminale: l’antisemitismo può generare altre forme di violenza

La Russia non è una democrazia compiuta. Mentre l’antisemitismo può costituire l’innesco di altre forme di violenza. Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi parla oggi in un’intervista al Foglio. Nella quale rimarca le distanze del governo da Mosca: «Il contesto è evidente e lo do per scontato ma non deve esserlo: la Russia, ovviamente, deve ancora diventare una compiuta democrazia», sostiene parlando delle elezioni in Russia. «Bisognerebbe conoscere realmente quel mondo e come sono avvenute le elezioni. Francamente sarei molto frettoloso se mi unissi al coro, da una parte e dall’altra. Per il mestiere che faccio penso di essere più degli altri tenuto ad attenermi a fatti conosciuti e conoscibili».


Su Putin, dice Piantedosi, «sto alle analisi che hanno reso pubbliche le agenzie di intelligence. Esiste una attività dei russi, in Europa, che cerca di influenzare l’opinione pubblica attraverso il web. L’Italia non è immune da questi tentativi ma credo che abbiamo gli anticorpi necessari e la coscienza critica giusta per combattere questi fenomeni e tenere alla larga le infiltrazioni». Sull’antisemitismo il responsabile del Viminale dice che «è un fenomeno molto insidioso, che può essere l’innesco di altre forme di violenza, come quelle legate al radicalismo islamista. È inutile nasconderci: questo clima di costruzione di una logica antisemita e di opposizione allo Stato di Israele può essere il terreno fertile in cui attecchiscono comportamenti singoli e di soggetti soli e di così detti lupi solitari». Per questo, spiega, «i soggetti che noi abbiamo espulso in questi mesi non erano soggetti già segnalati per l’appartenenza a organizzazioni di portata più ampia, ma erano soggetti colti negli atteggiamenti individuali che suggerivano una minaccia di questo tipo. Bisogna vigilare».


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