Decreto migranti, Piantedosi: «Pronti a rivedere la cauzione di 5mila euro, sarà progressiva»

Il ministro apre alla possibilità di graduare l’importo valutando caso per caso: il dietrofront dopo la sentenza della Corte di giustizia europea

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si dice pronto a rivedere uno dei decreti più controversi del suo mandato: quello che prevede la possibilità per una parte dei migranti sbarcati in Italia di versare una cauzione di poco meno di 5mila euro per evitare il trasferimento nei centri di trattenimento per richiedenti asilo. «Stiamo ragionando sulla riedizione del decreto prevedendo una gradazione dell’importo, valutando caso per caso, in caso di osservazioni da parte dell’Europa», dichiara Piantedosi a un convegno promosso dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia. Si tratta di un decreto che ha scatenato un acceso dibattito politico e giuridico negli ultimi mesi, con l’opposizione che si è fortemente opposta e l’Europa che ha bocciato la misura. Inoltre, anche tra le aule di tribunale alcuni giudici hanno sconfessato il provvedimento, tacciandolo di illegittimità e contrasto con la normativa europea, portando così alla liberazione di alcune persone migranti trattenute nei centri appositi.


Perché il ministero fa retromarcia

Nei mesi scorsi, la Cassazione era stata chiamata a esaminare i ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato per conto del ministero dell’Interno contro le ordinanze con cui il tribunale di Catania non aveva convalidato i trattenimenti di alcuni migranti tunisini nel Centro di Pozzallo (Ragusa). La Cassazione aveva deciso di sospendere i giudizi sui procedimenti in corso e di rivolgersi alla Corte di giustizia europea chiedendo un pronunciamento in via d’urgenza. Tuttavia, la Corte ha respinto la richiesta optando quindi per una procedura ordinaria. La sentenza è del 26 febbraio scorso, ma è stata divulgata ieri, 14 marzo. Piantedosi ha letto la decisione della Corte come un segnale positivo: «Siamo sulla strada giusta. Lo interpreto come un segno di validità del nostro quadro normativo», dice oggi. «L’aspetto controverso riguarda l’applicazione di quella parte che stabilisce un importo fisso per tutti (i 5mila euro di garanzia finanziaria per i richiedenti asilo). C’è il dubbio se sia conforme alla direttiva europea o non fosse invece necessario graduare l’importo», prosegue. Da qui l’apertura del ministro a rivedere, seppur solo in parte, il decreto migranti graduando quindi l’importo con l’applicazione caso per caso della misura.


«Azzerato il flusso dalla Tunisia»

Sul fronte migratorio in Italia e nel Mediterraneo, Piantedosi appare fiducioso. «Siamo al sesto mese di fila con arrivi in calo, segno che qualcosa sta funzionando», commenta il ministro. «È stato praticamente azzerato il flusso dalla Tunisia, che ha fermato 19mila partenze. Ora puntiamo ad un’ulteriore fase di cooperazione con Tunisia, Libia e Algeria anche per i rimpatri volontari assistiti», chiosa. Interviene sulle tragedie in mare. In particolare, sul naufragio di un gommone avvenuto due giorni fa in cui si ipotizza possano essere morte una sessantina di persona. «È un doppio dolore, l’immigrazione irregolare va fermata alla partenza, le tragedie come queste sono la prova che non è questo il modo di gestire l’immigrazione. Quella irregolare va fermata alla partenza. I numeri (delle vittime del naufragio, ndr) sono tutti da verificare. Ci sono notizie ancora discordanti sulle persone a bordo», spiega precisando che ci saranno approfondimenti sull’episodio.

Leggi anche: