La sorella di Giulia Tramontano: «Chiara scoprì del tradimento di Impagnatiello dalle cuffiette dello smartphone. Non volevo che andasse a vivere con lui»

Oggi, 21 marzo, è iniziata la quarta udienza del processo per l’omicidio della donna uccisa con 37 coltellate lo scorso maggio

Nella quarta udienza del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, presso la Corte d’Assise di Milano, è intervenuta la sorella della donna uccisa con 37 coltellate nel 27 maggio 2023. Davanti ai giudici, Chiara Tramontano ha raccontato il suo tentativo di opporsi alla piega che stava prendendo la relazione tra sua sorella e Alessandro Impagnatiello. In particolare, le aveva sconsigliato di andare a vivere con quello che chiama «l’imputato», dopo solo sei mesi di frequentazione: «Secondo me era troppo presto». Ciononostante, Chiara è stata al fianco di Giulia in ogni momento, soprattutto quelli più delicati. Come quando scoprì di aspettare un bambino, che portava in grembo da sette mesi quando venne massacrata.


La scoperta della gravidanza

«Era in bagno insieme a una collega, mi ha mandato la foto del test positivo. Aveva le lacrime agli occhi, le ho chiesto se erano di gioia o di paura – ha spiegato la sorella -. Il problema era che non sapeva come avrebbe reagito l’imputato». Una sensazione di paura che si conferma esatta quando, il giorno successivo, Giulia raccontò alla sorella che per Impagnatiello «non era stata una bella notizia». Tuttavia, nonostante avessero valutato l’opzione dell’aborto, l’uomo ci aveva ripensato in un secondo momento.


Il tradimento

Impagnatiello ha seguito il racconto dalla gabbia. Era lì mentre Chiara Tramontano raccontava anche della scoperta del primo tradimento grazie al tracker delle cuffiette dello smartphone di Impagnatiello, che mostrava i suoi movimenti a Milano dopo l’uscita dal lavoro. Una rivelazione che aveva gettato Giulia nella disperazione, fino a renderla determinata ad abortire. Il problema è che il termine consentito dalla legge era ormai superato, e a nulla servirono i tentativi di sua sorella per cercare una clinica che potesse accelerare i tempi. Alla fine, le decisioni furono due: tenere il piccolo e terminare la relazione con Impagnatiello.

La scomparsa

Al procuratore aggiunto Letizia Mannella e del sostituto Alessia Menegazzo, scrive il Corriere, Chiara ha raccontato anche i primi tragici momenti della sparizione di Giulia. «La prima a scrivermi era stata via Instagram Sara, un’amica di Giulia. Mi chiese: “Hai visto Giulia?”. Subito dopo sono stata contattata dall’altra ragazza che si è presentata così: “Sono la fidanzata di Alessandro Impagnatiello”. Mi ha fatto capire che temeva per lei e mi ha chiesto se secondo me Giulia si fosse suicidata perché l’imputato le aveva detto che non poteva lasciare Giulia perché era bipolare e che aveva tentato più volte il suicidio e che ero stata io a chiedere all’imputato di stare vicino a lei per evitare che lo facesse».

Le ricerche

A questo punto, Chiara decide di rivolgersi direttamente a Impagnatiello. «Gli ho chiesto dove fosse Giulia e gli ho detto che avevo parlato con l’altra donna. Lui era furioso, mi ha detto che non dovevo permettermi di mettere lei in mezzo, ma di preoccuparmi solo delle mie questioni». Una risposta tutt’altro che rassicurante, che porta la giovane a passare all’azione. «Sono stata io a contattare la trasmissione “Chi l’ha visto?” e a mettere i volantini. La famiglia dell’imputato non ha mai fatto circolare volantini o messaggi sui social». Ma con il senno di poi tutto tornava. Come i lamenti continui di Giulia sul cibo di casa sua che «aveva un sapore assurdo». L’autopsia sul suo corpo, infatti, rivelò tracce di veleno per topi nel sangue e nel feto, che avrebbe inconsapevolmente assunto nei giorni precedenti al delitto.

«Vorremmo solo arrenderci»

La sorella ha raccontato dell’ultimo Natale trascorso in famiglia e dei «dolori fortissimi allo stomaco. Lei stava malissimo, soffriva terribilmente, aveva la borsa dell’acqua calda sempre con sé, il dolore di stomaco la stava spegnendo». Quel che rimane oggi è solo la difficoltà di una famiglia che sta provando a sopravvivere: «Dobbiamo andare avanti, non ci saranno più festeggiamenti, ma solo lavoro-cimitero, cimitero-lavoro», ha raccontato Chiara. Che ha aggiunto: «Paradossalmente noi vorremmo solo arrenderci e piangere. Ma non possiamo, non possiamo per loro, per i nostri genitori perché è dalla tua forza di figlio che loro avranno la loro forza di genitori». «Ci facciamo forza, siamo uniti più di prima, siamo noi che dobbiamo andare avanti, siamo noi che dobbiamo accettare che lei non ci sarà, non ci saranno altre feste», ha concluso.

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