Federico Zampaglione: «Oggi viviamo tra i fuffa-guru che vogliono insegnarti la vita. Mi salva la famiglia»

L’ex Tiromancino ha un singolo in uscita e pensa a una reunion del suo gruppo

Federico Zampaglione ha un nuovo singolo in uscita: Puntofermo. Ha anche appena presentato il film horror The Well, di cui è stato il regista. E oggi dice in un’intervista a Repubblica dice che «siamo bombardati: violenza, tutti che vogliono venderti qualcosa, fuffa-guru che vogliono insegnarti la vita. L’individuo si perde in un mare magnum di informazioni. Si chiede: vabbè, ma io dove devo andare? Serve un porto nella tempesta, che sia un libro, un amore, un cane come nel video della canzone». Il suo porto sicuro è «la famiglia, i miei film, le mie canzoni. Lì dentro sto bene, mi sento protetto, esce il meglio di me. Ma i punti fermi si costruiscono con sacrifici, perché prima li devi individuare, poi difendere, o svaniscono. E difendere ciò in cui credi ha un prezzo salato».


La musica

L’ex Tiromancino parla del suo campo: «Leggo di giovani stritolati dalla macchina dell’industria musicale, e mi fa orrore. Ma ormai non c’è un campo in cui non si venga schiacciati. E con i social, chi ha più follower è messo al pari di chi è competente, si promettono soldi facili, si cerca successo immediato. Da padre di un’adolescente mi preoccupo». Il successo, dice, «non esiste, non ha forma né odore. Come lo hai, lo perdi. Esiste invece la passione, l’impegno». E ci si salva «spostando l’attenzione dal “cosa ottengo” al “cosa do”. Essere davvero dentro la cosa che fai e poi condividerla. È la mia generazione che deve indirizzare i giovani, con consigli e buoni esempi. Altrimenti si crea il muro: i boomer, i millennial. Ci perdiamo tutti».


La reunion

Parla poi della riunione possibile dei Tiromancino: «Sarebbe bello riunire i i musicisti che nel tempo hanno fatto parte del progetto. Chi lo sa. Intanto nel 2025 farò un evento speciale per i 25 anni da La descrizione di un attimo ». E racconta dei suoi inizi come bluesman nei club: «Non ero bravo a scuola, a 16 anni mio padre mi regalò una cassetta di Eric Clapton e rimasi folgorato. Poi mi portò a vedere Roberto Ciotti dal vivo, uscii dal locale dicendo: “So cosa voglio fare”». Infine, spiega cos’è l’amore alla sua età: «C’è più consapevolezza, più spontaneità. Se non hai capito certi meccanismi, l’amore lo complichi fino a rovinarlo. L’esperienza aiuta».

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