Paghetta per i figli, in media è di 54 euro al mese: «Ma datela solo a chi svolge lavoretti»

L’indagine e la psicologa: serve a creare impegno e maturazione

La paghetta per i figli è in crescita. Secondo una ricerca di Facile.it i genitori danno in media 54 euro ai figli e 70 alla fascia di ragazzi tra i 15 e i 18 anni. L’82% delle paghette viene dato in contanti. I soldi cominciano ad arrivare dai 12 anni in su, anche se il primo acquisto si realizza in media a 9 anni. I 15enni amano poi risparmiare, mentre tra gli 11 e i 12 anni i ragazzini sono più spendaccioni. Antonella Marchetti, professoressa ordinaria di psicologia all’Università Cattolica di Milano, spiega al Messaggero che «la paghetta, se usata bene, è uno strumento utile per i bambini per familiarizzare con la gestione del denaro, con il concetto di responsabilità e con quello dell’attesa. Attenzione, però, al significato che si dà alla somma. Mai dare soldi ai figli per creare impegno rispetto all’apprendimento, ma piuttosto in cambio di lavoretti. Non bisogna poi esagerare con i soldi a chi non ha la giusta età».


I rischi

Marchetti spiega che «la paghetta, se usata bene, è uno strumento utile per i bambini per familiarizzare con la gestione del denaro, con il concetto di responsabilità e con quello dell’attesa. Attenzione, però, al significato che si dà alla somma. Mai dare soldi ai figli per creare impegno rispetto all’apprendimento, ma piuttosto in cambio di lavoretti. Non bisogna poi esagerare con i soldi a chi non ha la giusta età». Ma ci sono anche dei rischi: «Posso darla ogni settimana o una volta al mese, a condizione per esempio che il bambino svolga alcuni lavoretti. È invece un modo inadeguato se serve per creare impegno e motivazione nei figli rispetto all’apprendimento, che non si valuta unicamente in base ai voti che uno porta a casa: si danno per esempio 10 euro se il figlio raggiunge certe prestazioni scolastiche, cioè se si impegna e invece che 7 prenderà 8. In questo caso, pongo un rinforzo esterno all’impegno che dovrebbe derivare da una motivazione intrinseca».


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