Il furto da 800mila euro in gioielleria a Roma, presi i quattro della «banda del buco»

Quattro componenti della banda sono finiti in carcere. Alla guida del gruppo c’era un 65enne romano pregiudicato

È stata arrestata la «banda del buco», il gruppo di banditi che è riuscito a mettere a segno un colpo da 800mila euro in una gioielleria in via Bocca di Leone, nel Centro Storico di Roma, lo scorso 3 ottobre. Oggi, a distanza di sei mesi da quel furto, i carabinieri hanno disposto su delega della Procura un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di otto indagati – cinque uomini e tre donne – di cui quattro in carcere. Tre degli uomini arrestati oggi sono gravemente sospettati di aver effettuato in prima persona il maxi furto nella gioielleria della Capitale. Una donna è accusata di riciclaggio e ricettazione della refurtiva. Mentre le ultime quattro persone, due uomini e due donne, sono sospettati per il solo reato di ricettazione.


Il furto in gioielleria

La notte tra il 2 e il 3 ottobre dello scorso anno, la banda di criminali ha aperto un buco nel muro della gioielleria in via Bocca di Leone. Una volta entrati nel negozio, hanno usato una fiamma ossidrica per aprire la cassaforte, che conteneva gioielli per un valore complessivo di 800mila euro. Attraverso attività di geolocalizzazione e intercettazione telefonica, i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità dei malviventi e a ricostruire la «monetizzazione» della refurtiva, finita in larga parte a società specializzate in gioielli oppure a negozi “Compro Oro”.


La «banda del buco»

Gli autori della rapina sono stati ribattezzati «banda del buco» proprio per la modalità insolita con cui hanno fatto irruzione nel negozio. A capo del gruppo di criminali c’è un 65enne romano, già coinvolto in indagini per furti in appartamenti e gioiellerie, tutti accomunati dalla “tecnica del buco”. Nel 2004, per esempio, ha utilizzato una fiamma ossidrica per svaligiare una villa di Porto Cervo, nel 2006 ha fatto lo stesso in una gioielleria di Terni, nel 2016 e nel 2020 in due appartamenti a Roma. Gli altri due autori materiali del furto dello scorso ottobre sembrano essere due fratelli romani, rispettivamente di 55 e 57 anni: uno esperto di serrature e già coinvolto in analoghe indagini, l’altro incensurato. Gli altri componenti della banda sono accusati soprattutto di aver nascosto e rivenduto la refurtiva.

Il sequestro preventivo

Nel corso delle indagini, la Procura di Roma ha disposto 13 decreti di perquisizione, che hanno portato al rinvenimento di numerosi gioielli, in parte provenienti dal furto, oltre a numerosi attrezzi tecnici di alto livello: chiavi rudimentali, centinaia di chiavi grezze da duplicare, fiamme ossidriche, piedi di porco, endoscopi auricolari, ventose di grosse dimensioni e alcuni abiti indossati durante il furto in via Bocca di Leone. Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di monili e gioielli per un valore pari a 120mila euro.

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