In Toscana saltano i fondi per le terapie sull’autismo. La rabbia delle famiglie: «Così saremo costretti a fermarci»

La Regione assicura che la situazione è in via di risoluzione. Ma manca ancora un parere del ministero

In Toscana fino allo scorso anno i genitori che avevano bimbi certificati con spettro autistico ricevevano un contributo economico per le cure svolte nel privato. Si tratta di un contributo importante, su terapie con frequenza settimanale, che spesso durano anni. Ora quei fondi però non sarebbero più disponibili, a cuasa di una modifica nelle normativa regionale. A parlarne è Repubblica Firenze. C’è chi spende 1.500 euro al mese per seguire un percorso terapeutico. La Regione, fino a poco tempo fa dava circa 15 euro al giorno, quindi fino a 450 euro mensili. Con la modifica, spiegano le associazioni di settore ma anche le famiglie coinvolte, molti bambini saranno costretti a fermarsi. «Dei genitori mi hanno già detto che, non avendo più i contributi, non potranno continuare — spiega a Repubblica Cristina Copelli, psicoterapeuta e direttrice clinica del Centro App, uno dei punti di riferimento a Firenze nel settore — . I bambini interessati sono moltissimi: 60 solo nel nostro centro. Le ricerche dimostrano che chi inizia presto ad essere seguito, fin dai 2 anni, può accelerare quegli apprendimenti che riguardano tutte le aree della vita e che altrimenti faticherebbe a sviluppare». La Regione, interpellata dal quotidiano, assicura che la situazione è in via di risoluzione. I problemi maggiori si registrano nell’Asl Centro dove, precisano, «c’è stato forse un cortocircuito nelle indicazioni, ma che sistemeremo».


Fino a 900 euro al mese per seguire una terapia Aba

Intanto i genitori colpiti dal taglio fanno squadra. Leonardo Grossi, padre di un bimbo nello spettro dell’autismo e referente del gruppo, afferma al quotidiano che «quelle risorse sono essenziali. Si tratta di cure fondamentali per la qualità di vita dei bambini e per lo sviluppo delle loro abilità. Abbiamo bisogno di una soluzione in tempi rapidi». Sono tante le storie comuni, come quella di Mauro Casciani, padre di un bimbo che fa 8 ore di terapia a settimana. «Nell’età evolutiva più è intensivo il trattamento più si recupera il gap. Adesso spendo circa 900 euro al mese per i trattamenti, il contributo ci copriva la metà. Così diventa complicato, il prossimo anno dovrò valutare se poter proseguire. Molte famiglie sono in difficoltà», spiega. I genitori vorrebbero che le terapie Aba, finora rimborsate, rientrino nei Livelli essenziali di Assistenza, i cosiddetti Lea.


Il caos delle Asl e il mancato parere del ministero

La questione ora diventa politica. E non è semplice. Perché ogni Asl ha la sua gestione e la situazione è decisamente frammentata. Eros Tetti, portavoce di Europa Verde Toscana, propone la creazione di un fondo che «copra i costi delle terapie Aba al 100% ». Fratelli d’Italia con un’interrogazione a fine febbraio è riuscita ad avere una risposta dall’assessore alla Sanità, Simone Bezzini. Ed è qui che la questione si complica. perché l’assessore ritiene le terapie Aba nei livelli «essenziali per la salute». C’è anche una sentenza del consiglio di Stato di ottobre 2023, sul caso delle Marche, che sostiene che vi dovrebbero rientrare. Ma la Regione Toscana attende una risposta dal ministero della Salute sulla «appropriatezza» di questo tipo di cura. E intanto, sottolinea Repubblica, le famiglie toscane hanno lanciato una petizione online per chiedere che lo Stato paghi 20 ore settimanali di trattamenti Aba. ha raccolto già 5mila firme.

(Foto di repertorio ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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