Sanità, i tempi per le visite in aumento: «E c’è chi chiede prestiti per curarsi»

Nove milioni in difficoltà per le visite. Tempi non rispettati per la maggior parte delle richieste. E allora molti si rivolgono al privato

I tempi per ottenere una visita specialistica o un esame diagnostico aumentano. Così come gli incassi per visite in modalità solvente. Per questo la cura contro le liste d’attesa nella sanità non sta funzionando. Nonostante i 520 milioni stanziati dal governo. E nove milioni di persone sono in difficoltà per le visite, tanto da chiedere soldi in prestito. Il finanziamento per le spese sanitarie sta diventando una pratica diffusa. Tanto che la percentuale dei prestiti è in aumento del 6,6%. Intanto in Piemonte è garantita una visita cardiologica su due. E in Liguria si arriva appena al 19%. La metà dell’utenza tende a rivolgersi al privato. Gli altri aspettano.


L’attesa

La Stampa spiega che la maggior parte dei cittadini oggi è in coda per una prestazione sanitaria. «Il 51,6% di loro di fronte alla barriera delle liste di attesa è costretta per curarsi a intaccare il proprio patrimonio. E questo vale anche per le classi di reddito più basse», dice Barbara Cittadini, presidente dell’Aiop, l’Associazione delle cliniche private. L’11,9% finisce ai medici che lavorano sia nel pubblico che nel privato. «Mentre meno del 5% è coperto dalla mutualità integrativa che ette al riparo dal dover affrontare spese catastrofiche o dal trovarsi in difficoltà economiche. Come è stato per 9 milioni di italiani», sostiene Ivano Russo, presidente di Onws, l’Osservatorio Nazionale Welfare & Salute. Secondo i dati del quotidiano, che sono arrivati soltanto per alcune regioni, i tempi per una visita cardiologica di priorità B sono rispettati appena nel 19,3% dei casi in Liguria, nel 29,4% in Puglia, mentre in Piemonte per la priorità D solo il 17,9% degli assistiti ottiene la visita in tempi ragionevoli.


Ginecologia e urologia

Va peggio per settori come ginecologia e urologia. Alla Asl 1 di Napoli i tempi sono rispettati nel 6,5% dei casi. Sotto il 50% per entrambe le priorità Liguria e Puglia, mentre il Piemonte è al 33% per le prestazioni differibili e al 51,6% per quelle indifferibili. Una risonanza magnetica in Liguria viene erogata entro un mese nel 29,4% dei casi. In Piemonte la stessa voce è al 38,3%, nel Lazio al 42,5%. Per una Tac toracica i tempi vengono rispettati nella metà dei casi in Piemonte. Con le gastroscopie invece la percentuale del 50% si raggiunge solo a Napoli. Per l’ecografia dell’addome i tempi sono ragionevoli nel Lazio e nel Piemonte. Solo in un caso su dieci i tempi vengono rispettati. Per una visita cardiologica a Torino si aspettano anche 9 mesi. Ne servono cinque per una risonanza magnetica al cranio. A Roma ci vogliono 8 mesi per una Rnm e 5 per una gastroscopia.

I prestiti

Poi ci sono i soldi presi in prestito. In questo caso secondo le stime di Facile.it la richiesta è aumentata del 6,6%. Mentre il 34,4% di chi ha un reddito inferiore a 15 mila euro l’anno si rivolge al privato per aggirare le liste d’attesa. La stessa cosa la fa per il 40,2% chi ha un reddito tra i 15 e i 30 mila euro annui. La ricerca consente anche di tracciare un profilo del richiedente.In media ha 46 anni, 4 anni di più di chi chede soldi per scopi diversi. Le percentuali più basse si riscontrano tra gli anziani, che pure hanno mediamente redditi più bassi e maggiori bisogni sanitarie. Segno, conclude il quotidiano, che proprio chi ha più bisogno è costretto a rinunciare con maggiore frequenza alle cure.

Leggi anche: