Osservatori Onu feriti in Libano, Israele respinge le accuse: «È stato un ordigno piazzato da Hezbollah»

L’esercito dello Stato Ebraico torna a dichiararsi estraneo rispetto a quanto avvenuto lo scorso 30 marzo a Rmeish

Israele continua a respingere le accuse di un proprio coinvolgimento nell’esplosione che lo scorso 30 marzo ha ferito 4 osservatori dell’Onu a Rmeish, in Libano. L’esplosione, scrive l’esercito di Tel Aviv su X, «è stata causata da un ordigno esplosivo piazzato da Hezbollah», l’organizzazione paramilitare sciita del Libano. Fin nelle ore appena successive all’episodio, Israele aveva smentito le accuse avanzate da fonti della sicurezza libanese secondo cui era stato un drone israeliano a colpire l’auto con a bordo i quattro osservatori dell’Onu. Oggi l’Idf ribadisce nuovamente la propria posizione e, in base a «informazioni di intelligence», punta il dito contro Hezbollah. Stando alle ricostruzioni di quanto avvenuto, i quattro osservatori delle Nazioni Unite stavano viaggiando su due fuoristrada, con insegne Onu a renderli riconoscibili. Gli osservatori – di nazionalità cilena, australiana, norvegese – sarebbero usciti brevemente dalle vetture nella zona di Rmeish. A quel punto i funzionari hanno sentito un’esplosione e sono rientrati precipitosamente in auto.


Foto di copertina: EPA/Abir Sultan | Alcuni soldati israeliani al confine con la Striscia di Gaza (7 ottobre 2023)


Leggi anche: