Gabriele Rossi, l’ingegnere diventato fenomeno del piano su TikTok: «Ora i miei genitori mi capiscono» – L’intervista

22 anni, un milione e mezzo di follower e un live con Gabry Ponte. Il creator spiega a Open perché adesso vuole diventare innanzitutto un artista

22 anni, torinese, una laurea in ingegneria della produzione industriale, un profilo che potrebbe appartenere a qualsiasi universitario. Ma Gabriele Rossi da quando aveva 4 anni, ha un pianoforte e questo sta facendo tutta la differenza del mondo. Un milione e mezzo di seguaci su TikTok, si definisce pianista, compositore, creator e ingegnere. Il pubblico ha potuto anche apprezzarlo in tv in show come Tú sí que vales e I Soliti Ignoti, chiamato in video per la sua straordinaria capacità di riprodurre nell’immediato al pianoforte qualsiasi brano gli venga proposto, mostrando una verve assoluta nel maneggiare la musica. Il tutto mentre in rete spopolano i suoi video, che variano tra mash-up improbabili ed interessantissimi, commenti (suonati) al pop contemporaneo e video di esibizioni sparse un po’ ovunque, dai pianoforti degli aeroporti al Forum D’Assago di Milano, accanto a Gabry Ponte, che lo ha voluto accanto in tour per impreziosire il suo dj set.  


Che valore ha avuto e ha la musica nella tua vita?


«La musica è stata un chiodo fisso da quando sono piccolissimo, ho cambiato tante volte il mio percorso musicale, ma non ho mai smesso. Sono sicuramente nato con una particolare affinità verso le note, non lo nego. Ho un orecchio sviluppatissimo, una spontanea facilità nel comporre e giocare con la musica, e una sensibilità molto forte, nel senso che mi suscita emozioni molto forti».

Porti la musica ovunque: un’inclinazione o una missione?

«Tutto è nato spontaneamente per la mia inclinazione, ma da tempo la mia è una missione. Dopo che mi sono laureato in ingegneria, ho messo da parte tutto per la musica. Sto lavorando in tante direzioni diverse per provare ad avere successo fino in fondo. Ho veramente tanti progetti in mente e ce la voglio mettere tutta».

Ti sei sentito supportato da questa scelta in chi ti sta attorno? Una laurea in ingegneria è una cosa molto grossa e importante…

«Inizialmente non tutti i miei familiari mi hanno sostenuto, anzi alcuni mi sono andati abbastanza contro. Ora che vedono i risultati stanno capendo».

Con la tua attività social puntavi a tutto questo seguito o è una cosa che ti è esplosa tra le mani?

«Inizialmente ho iniziato per gioco su TikTok durante la quarantena, poi ho visto quanto facilmente capissi gli algoritmi social, e ho capito che potevo pensare a qualcosa di più serio. Chiaramente il mio obiettivo non è quello di essere un influencer, ma un artista rispettato per la sua arte. Ho utilizzato i social per farmi notare e avere più occasioni. Gradualmente crescendo in realtà mi aspettavo che delle occasioni interessanti sarebbero arrivate, penso di avere una comprensione musicale molto avanzata, ho sempre saputo che era solo una questione di tempo. I miei progetti futuri porteranno alla mia trasformazione definitiva da creator ad artista».

Quindi vedi il tuo futuro più dentro la discografia che sui social?

«I rami su cui spingerò di più saranno in primis la discografia, sia come co-produttore che come compositore: a brevissimo partirò con degli inediti miei. Poi piacerebbe infatti creare un format di concerto molto interattivo, super trasversale a livello di generi musicali, che mi renda riconoscibile. Infine c’è il percorso sui social, che sarà comunque lo strumento di supporto per i miei progetti. Punto a creare sempre meno video superficiali e sempre più video musicalmente più seri».

Hai portato il tuo pianoforte anche in un live dance con Gabry Ponte apparentemente lontano dal nostro immaginario classico. Come è nata questa collaborazione e cosa ricordi questa esperienza?

«Non me lo aspettavo, è partito tutto da un suo messaggio su Instagram. Mi ha poi proposto di suonare in tour con lui ed è stata un’emozione veramente forte. Mi sono commosso sul palco nel vedere migliaia di persone davanti a me. Sono grato per aver vissuto questa esperienza».

Nei tuoi video commenti anche la struttura di certe canzoni pop. Percepisci la mancanza degli strumenti nella musica che va di moda oggi?

«Penso che ci sia sempre meno ricerca musicale e armonica nella discografia attuale. È tutto molto più semplice e scontato. Un brano scritto 50 anni fa devo ascoltarlo diverse volte prima di riuscire a riprodurlo, con un brano contemporaneo mi basta quasi sempre un solo ascolto. Il problema è che i brani oggi hanno successo al 90% per l’hype che si crea attorno ad essi, al 10% per i brani in sé. Questo comporta un dispendio di energie da parte di artisti produttori e case discografiche mirato più alla ricerca dell’hype e all’incontrare il gusto del pubblico e non alla creatività musicale».

Come vedi il tuo futuro nel mercato musicale? Con chi ti piacerebbe lavorare?

«Con chiunque abbia progetti interessanti, non mi voglio precludere nulla».

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