Blanco e la devastazione delle rose a Sanremo, il Codacons contro l’archiviazione: «Perché il caso non va chiuso»

L’associazione dei consumatori punta il dito sulle testimonianze sommarie raccolte da Amadeus e le persone presenti quella sera di Sanremo, insistendo sulla necessità di continuare le indagini per «futili motivi»

Lo scontro tra il Codacons e Blanco potrebbe non essere finito. Stamattina, l’associazione ha presentato davanti alla procura di Imperia l’opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti del cantante, che era stato indagato per danneggiamento aggravato dopo aver calciato l’allestimento floreale durante l’ultimo Festival di Sanremo. A riferirlo è l’Adnkronos, che ha preso visione in anteprima dell’atto di opposizione depositato oggi alla procura ligure. «Il Sig. Blanco avrebbe distrutto con una violenza inaudita ed inopportuna la scenografia del teatro Ariston solo perché ha avuto problemi tecnici con l’audio e “non si sentiva in cuffia”», scrive il Codacons nel documento. Secondo l’associazione consumatori, la giustificazione offerta dal cantante dimostrerebbe che «ha agito per motivi abietti o futili» e, di conseguenza, «l’offesa non può essere ritenuta di particolare tenuità». L’episodio di cui si è reso protagonista Blanco è avvenuto durante la prima serata del Festival di Sanremo. Durante l’esibizione del suo brano L’isola delle rose, il cantante ha preso a calci gli allestimenti floreali presenti sul palco. «Perché l’hai fatto?», gli ha chiesto immediatamente Amadeus. E Blanco si è giustificato così: «Non sentivo in cuffia, non potevo cantare. Ma almeno mi sono divertito, la musica è anche questo».


La procura, però, non gli aveva perdonato il gesto. Dopo un esposto del Codacons, Blanco è stato iscritto nel registro degli indagati per danneggiamento aggravato. Un’accusa per cui, a inizio maggio, la procura di Imperia ha chiesto l’archiviazione, ritenendo il cantante non punibile «per tenuità del fatto». Ora il Codacons si oppone alla richiesta dei pm e insiste affinché le indagini vadano avanti. «La giurisprudenza ha chiarito che la futilità dei motivi si evince dalla assoluta sproporzione tra il reato commesso e l’impulso interiore che lo ha determinato, proprio come accaduto nel caso di specie – sottolinea l’associazione nel documento depositato in procura -. E dunque, seguendo tale consolidato orientamento, il pm ha errato nel ritenere non punibile per tenuità del fatto il Sig. Fabbriconi (il cognome di Blanco – ndr) proprio per la futilità dei motivi che lo hanno indotto a compiere lo scempio nella città dei fiori in mondovisione e dando altresì un messaggio assai diseducativo per i giovani ed inneggiante alla violenza gratuita».


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