Musk finisce nell’inchiesta sulle “milizie digitali” di Bolsonaro. Il giudice: «X ha istigato alla disobbedienza e all’intralcio alla giustizia»

L’ipotesi della procura è che l’imprenditore statunitense abbia adoperato una «dolosa strumentalizzazione criminale» del social

Dal Brasile, arriva una tegola giudiziaria per Elon Musk. Il nome del proprietario di X è stato inserito nei fascicoli dell’inchiesta sulle “milizie digitali” di Jair Bolsonaro. Ovvero, la macchina social che, muovendosi tra istigazione all’odio e fake news, aizzava i fan digitali dell’ex presidente brasiliano. Alexandre de Moraes, giudice della Corte suprema brasiliana, ipotizza che Musk sia responsabile di una «dolosa strumentalizzazione criminale di X». I fatti risalgono allo scorso 6 aprile, quando Musk «ha iniziato una campagna di disinformazione sulla Corte suprema». Posizioni ribadite sulla piattaforma il giorno seguente, «istigando alla disobbedienza e all’intralcio alla giustizia» e annunciando lo sblocco «dei profili criminali e di quelli che diffondono notizie fraudolente, oggetto dell’indagine sulle “milizie digitali”». Il giudice, inoltre, intima che «il social network si astenga dal disobbedire agli ordini giudiziari, compreso il ripristino dei profili bloccati dalla Corte», prevedendo una multa giornaliera di circa 20 mila dollari per ogni account riattivato.


De Moraes, sottolineando che «i social network non sono una terra senza legge», evidenzia un utilizzo di «meccanismi illegali» da parte di X, «nonché la presenza di forti indizi di dolo» da parte di Musk. «La condotta di X costituisce, in linea teorica, non solo un abuso di potere economico, cercando di incidere illegalmente sull’opinione pubblica, ma anche una palese istigazione a mantenere diverse condotte criminali praticate dalle “milizie digitali”, con l’aggravante dei rischi per l’incolumità dei membri della Corte suprema, come si può facilmente evincere dai vari messaggi di odio postati a sostegno di quelli di Musk». Nelle sette pagine di provvedimento visionate dall’Ansa, poi, il giudice e il suo pool accusano X di una «palese ostruzione alla giustizia brasiliana, l’istigazione al crimine, la minaccia pubblica di disobbedire agli ordini del tribunale e la futura mancanza di collaborazione da parte della piattaforma sono fatti che mancano di rispetto alla sovranità del Brasile».


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