Musk punta in alto: «Neuralink darà la vista ai ciechi». Annalisa Minetti: «Sogno di vedere i miei figli, anche solo per un mese»

Dopo il primo impianto microchip la nuova sfida della big tech: il progetto “Blindsight”. Negli USA già migliaia di volontari

Dopo il primo impianto microchip sul primo paziente operato da Neuralink, azienda fondata da Elon Musk, che, da paralizzato dalle spalle in giù, ora riesce a muovere un cursore su uno schermo usando soltanto la forza del pensiero, arriva una nuova sfida. «Ora daremo la vista a chi è cieco», promette Musk. Un obiettivo, spiega oggi Repubblica, a cui il magnate ambiva già a dicembre del 2022. «Blindsight — in italiano “visione cieca” — è il nome del nostro prossimo prodotto», ha annunciato qualche giorno fa il fondatore di Neuralink. «La qualità della vista all’inizio sarà bassa, simile alla grafica delle prime console per videogiochi Nintendo, ma alla fine potrebbe superare quella umana». Se adesso il microchip invia segnali a una macchina in grado di interpretarli stavolta sarà la macchina a mandare segnali al microchip in grado poi di elaborarli nella corteccia visiva. Magari con una videocamera integrata in un paio di occhiali smart. Neuralink ha ottenuto semaforo verde dalla FDA — l’ente regolatorio che salvaguarda la salute pubblica negli Usa — con l’autorizzazione ad avviare i test clinici sull’uomo. Ci sarebbero già migliaia di volontari. L’obiettivo è impiantare i chip in 11 individui entro il 2024.


Il parere dell’esperto

«Trasferire il segnale, per quanto complesso, è possibile — afferma sul quotidiano Angelo Vescovi, neuroscienziato e presidente del Comitato Nazionale di Bioetica — ma la vera sfida è renderlo interpretabile dal cervello, che non è una macchina programmabile». La tecnica funzionerebbe già sui primati. . «In effetti non sta promettendo l’impossibile — afferma Vescovi — ma all’inizio l’effetto sarà un po’ quello dei primati dei fratelli Lumière, che erano quasi delle ombre». La questione semmai è la privacy visiva e sanitaria di ogni persona. Perché il rischio della manipolazione del microchip, un rischio possibile e avveniristico, per ora, c’è. «Teoricamente qualcuno potrebbe introdurre nel cervello umano degli stati emotivi o delle allucinazioni — spiega il neuroscienziato Vescovi — . Questa interfaccia potrebbe essere utilizzata addirittura per torturare una persona oppure per legare la sua mente a un’arma».


Annalisa Minetti: «Sogno di vedere i miei figli»

«Il nuovo micro chip che restituisce la vista? Se ci fossero tutte le garanzie, sarebbe stupido non approfittarne. Sogno di vedere i miei figli», dichiara a Repubblica la cantante Annalisa Minetti. Costretta alla cecità da una retinite pigmentosa e da una degenerazione maculare racconta: «Ho estrema fiducia nel mio medico personale, altrimenti tendo a dare sempre poco credito. Lui me lo ha assicurato: “Quando c’è assoluta certezza e nessun rischio di rigetto sarò il primo a dirtelo”. Premesso ciò, sarebbe bello poterlo fare, anche se la vista non sarà perfetta, non importa». Il suo desiderio più grande, spiega, è «vedere come sono cresciuti i miei figli, mi basterebbe solo un mese».

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