Il caro affitti colpisce anche le scuole. L’allarme: «Le province spendono 54 milioni ed è solo la punta dell’iceberg»

Il sindacato degli insegnanti parla di «un grande e continuato spreco di risorse pubbliche». Ecco i dati Regione per Regione

6,3 milioni di euro in Lombardia, 8,8 milioni nel Lazio, 11 milioni in Campania. Questa è solo una minima parte del costo delle scuole in affitto, ossia di tutte quelle strutture che non sono di proprietà pubblica ma ospitano un edificio scolastico e vedono comuni e province costretti a sborsare ogni anno cifre esorbitanti per poter disporre di aule e corridoi. A rivelare l’entità del fenomeno è un’indagine della Federazione Gilda-Unams, presentata oggi a Roma. Il sindacato degli insegnanti ha esaminato i dati trovati nella sezione «amministrazione trasparente» dei bilanci delle province di tutta Italia, concentrandosi sulle scuole di secondo grado, ovvero licei e istituti superiori (scuole primarie e secondarie di primo grado sono a carico dei comuni). Un’indagine da cui emerge una spesa complessiva di 54,6 milioni di euro per gli affitti delle scuole, che rappresenta però solo la punta dell’iceberg.


I dati che mancano

I dati raccolti dal sindacato si riferiscono alle sole province, «di cui la metà non hanno pubblicato i dati, mentre altre non li hanno aggiornati», precisa la Federazione Gilda-Unams. Se si allargasse la ricerca anche ai singoli Comuni, il totale complessivo sarebbe di gran lunga superiore ai 54,6 milioni accertati dalla ricerca del sindacato. «Dopo aver appurato che il Ministero dell’Istruzione non possedeva alcun dato e che neppure le Direzioni regionali dell’istruzione ne detenevano, siamo stati costretti a fare l’unica ricerca possibile, quella sui bilanci delle province», spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale di Gilda-Unams. A spiegare il senso dell’indagine è lo stesso Di Meglio, che aggiunge: «Con canoni di affitto così elevati, si sarebbe potuto piuttosto provvedere all’acquisto dell’edificio. Si tratta di un grande e continuato spreco di risorse pubbliche».


Regione per Regione

La Regione italiana che spende di più in affitti per gli edifici scolastici è la Campania, con oltre 11 milioni di euro. Completano il podio Lazio (8,78 milioni) e Puglia (7,47 milioni), mentre si piazzano poco lontane anche Lombardia, che spende 6,3 milioni di euro, e Sicilia, con 7,2. Complessivamente, sono solo 8 su 20 le regioni che hanno una spesa per l’affitto degli edifici scolastici sotto il milione di euro. La più virtuosa di tutte sembra essere il Veneto, che spende appena 5.200 euro. Se si guarda alle singole province, è Napoli a guadagnarsi la maglia nera con 8,9 milioni di euro spesi. Tutti questi dati vanno presi però con le pinze, perché risentono delle informazioni mancanti o obsolete. Nel caso del Veneto, per esempio, il dato così basso si spiega con il fatto che soltanto la provincia di Belluno ha messo a disposizione dati completi, a differenza della Sicilia dove solo una provincia su nove è venuta meno ai propri obblighi di trasparenza.

I problemi della manutenzione

Il fenomeno delle scuole in affitto si ripercuote anche sull’annoso problema dell’edilizia scolastica. Per gli edifici che non sono di proprietà pubblica, infatti, è più difficile mettere in cantiere interventi di riqualificazione e manutenzione. Ancora oggi, stima il sindacato degli insegnanti, solo un edificio su due dispone del certificato di agibilità (52,9%), di collaudo statico (49,5%) e di prevenzione incendi (51,6%). La situazione si aggrava in alcune regioni del Sud, a partire da Sicilia e Calabria, dove una scuola su tre richiede interventi urgenti di manutenzione.

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