Abbiategrasso, due anni di messa alla prova per il 16enne che accoltellò la prof alla schiena

Il giovane sarà affidato ai servizi sociali e seguirà un percorso scolastico e di volontariato

Dovrà scontare un periodo di due anni di «messa alla prova», ossia di affidamento ai servizi sociali minorili, lo studente di 16 anni che il 29 maggio 2023 accoltellò la sua insegnante nell’istituto Emilio Alessandrini di Abbiategrasso, alle porte di Milano. Lo ha stabilito Paola Ghezzi, giudice del Tribunale per i minorenni. Il ragazzo, arrestato pochi giorni dopo l’episodio, era accusato di tentato omicidio. Oltre a finire in carcere, il 16enne era stato anche espulso dalla scuola e bocciato. Ora è arrivata l’ordinanza con cui il Tribunale per i minori ha condannato il giovane a scontare un percorso educativo e di sostegno (anche psicologico) della durata di due anni. Nell’ultima udienza, quella del 16 gennaio, c’era stato anche un abbraccio in aula tra il ragazzo e la professoressa Elisabetta Condò (51 anni), che dopo l’aggressione era stata sottoposta a una lunga e delicata operazione di chirurgia plastica ma aveva comunque chiesto che il ragazzo non finisse in carcere.


Il passaggio dal carcere ai domiciliari

Subito dopo l’aggressione del 29 maggio, il 16enne era stato ricoverato nel reparto di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Paolo di Milano, salvo poi essere trasferito nel carcere minorile Beccaria. A inizio 2024, dopo circa 7 mesi trascorsi in cella, è passato ai domiciliari. Nell’interrogatorio con il Gip il ragazzo aveva ammesso fin da subito la propria responsabilità ma non era riuscito a fornire una giustificazione valida per il gesto compiuto. All’udienza di oggi al Tribunale dei minori era presente anche don Gino Rigoldi, per oltre 50 anni cappellano al Beccaria.


La messa alla prova

In seguito alla decisione di oggi, il ragazzo dovrà affrontare nei prossimi due anni un percorso sia scolastico che di volontariato con assistenza psicologica e dei servizi sociali. Con l’ordinanza di sospensione del processo per la messa alla prova, il giudice affida di fatto il giovane «ai servizi minorili dell’amministrazione della giustizia per lo svolgimento, anche in collaborazione con i servizi locali, delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno». La messa alla prova può comunque essere revocata «in caso di ripetute e gravi trasgressioni alle prescrizioni».

In copertina: L’Istituto secondario Alessandrini ad Abbiategrasso, Milano (ANSA/Fabrizio Cassinelli)

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