Il presidente di Legacoop Gamberini: «Pronti a costruire fino a 50mila alloggi per l’edilizia sociale, se il governo ci aiuta possiamo farlo velocemente»

Il progetto del presidente eletto un anno fa: «La casa è un problema che riguarda anche i ceti medi»

Il congresso della Legacoop l’ha eletto presidente da un anno e ora, in vista anche del convegno programmatico e organizzativo, per Simone Gamberini è tempo di un primo bilancio e di lanciare le strategie future. Del resto, Legacoop è – anche – un’azienda con 7 milioni e mezzo di soci e mezzo milione di dipendenti. «La cooperazione è il 10% del Pil italiano», spiega subito il presidente, nel corso di un’incontro con alcuni giornali. «L’azione della Lega delle cooperative si muove su due binari – aggiunge – da un lato la sostenibilità economica, ovviamente. Dall’altro lavoriamo per combattere le disuguaglianze, sia con le scelte strategiche sia reinvestendo gli utili che facciamo». In vista del convegno programmatico della prossima settimana, Gamberini ha spiegato le direttrici principali su cui si muove l’organizzazione, che sono anche punti politici, quando si tratta, ad esempio, di insistere perché i contratti dei servizi, che Legacoop firma con aziende pubbliche e locali, non siano al maggior ribasso.


Il progetto di edilizia residenziale sociale

Tra i progetti sociali più ambiziosi c’è, probabilmente, quello per l’edilizia residenziale sociale. Attualmente circa 200mila famiglie vivono in alloggi a canone ribassato realizzati dalla Legacoop. «Quello della casa è un bisogno reale e sempre più diffuso, che ormai riguarda anche il ceto medio. Abbiamo studiato un progetto di edilizia residenziale sociale che punta a realizzare nuovi alloggi per 500mila unità.  50mila alloggi sono quelli che Legacoop ha proposto nel piano di edilizia sociale residenziale al governo; le cooperative sarebbero disposte ad investire il 60% delle risorse necessarie, al Governo competerebbe il restante 40%. Costo totale previsto di circa 1 miliardo 300 milioni.  Non sono interventi a fondo perduto, sono investimenti che hanno però un impatto concreto sulla vita delle persone e che sarebbero pensati rispettando le direttive europee sulla casa. Non a caso in altri paesi europei come Francia e Germania o i paesi del Nord, realtà come queste ospitano alcuni milioni di famiglie».


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