Caso Scurati, la difesa del direttore generale Rossi: «In Rai nessuna censura: aperta una istruttoria»

Giampaolo Rossi tiene la linea dell’ad Sergio sulla vicenda dello scrittore a Che sarà: «Ennesimo tentativo di aggressione»

«Mi trovo costretto ad intervenire per cercare di frenare l’ennesimo tentativo di aggressione nei confronti della Rai». A prendere le difese dell’azienda di viale Mazzini sulla vicenda dell’ospitata di Antonio Scurati a Che sarà e il monologo sul 25 aprile è il direttore generale Giampaolo Rossi. La linea è la stessa tenuta dall’amministratore delegato Roberto Sergio nelle ore immediatamente successive alla decisione della conduttrice Serena Bortone di leggere comunque il testo dello scrittore e della premier Giorgia Meloni di condividerlo sui social denunciando l’ennesimo «caso montato dalla sinistra». Sergio, annunciando che lunedì 22 aprile avrebbe ricevuto una relazione dalle parti coinvolte, spiegava che la Rai da settimane «è vittima di una guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla», parole riprese in qualche misura anche da Rossi. Il dg ha annunciato che «è in atto un’istruttoria per verificare se ci siano stati errori» relativi alla mancata partecipazione dello scrittore Scurati alla trasmissione, una partecipazione che, sottolinea, «era prevista nel comunicato stampa ufficiale uscito la sera prima della puntata in questione».


Nessuna censura

Inutile dare giudizi a istruttoria aperta, ribadisce il dirigente, che però ci tiene a precisare un punto: «La narrazione di una Rai che censura è del tutto priva di fondamento. Il palinsesto e la programmazione del servizio pubblico dimostrano pluralismo, varietà di punti di vista, di visioni e culture, finalizzate a garantire la maggior eterogeneità di racconti possibile». E rivendica: «All’interno di un’offerta quotidiana fatta di informazione, intrattenimento, fiction, cinema, divulgazione culturale, e di una incredibile ricchezza di conduzioni, artisti e ospiti, la Rai dimostra di avere una libertà espressiva unica in Italia». Secondo Rossi, gli attacchi arrivano da giornali e televisioni concorrenti e sono «strumentali», mentre l’azienda è impegnata in una trasformazione in una moderna digital company. Poi il dirigente sottolinea li sforzi per «rimettere la Rai in linea con un percorso di sostenibilità economica e finanziaria» e la volontà di «difendere il lavoro quotidiano che viene fatto da migliaia di lavoratrici e lavoratori per continuare a garantire uno dei più grandi servizi pubblici d’Europa».


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