Ma il Superbonus quanto costa davvero? L’Istat smonta i numeri del Def e anche Bankitalia perde la pazienza: «Il governo chiarisca»

L’istituto rivede al rialzo il deficit 2023: 7,4% del Pil. Pesa l’ondata di richieste last minute di cessioni e sconti in fattura. Giorgetti dovrà chiarire

Ma il superbonus quanto pesa davvero di preciso sulle casse dello Stato? La domanda non trova ancora risposta certa. O meglio i dati inseriti dal governo nel Def solo una manciata di settimane fa sembrano già superati dalla realtà, e dunque inattendibili. E il caso da «contabile» diventa rapidamente politico. In audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, il capo dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia Sergio Nicoletti Altimari ha detto infatti che «benché il Def non includa informazioni esplicite al riguardo, si può valutare che l’ammontare dei crediti d’imposta per Superbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023 pubblicati da Istat a inizio aprile sia pari a quasi 3,7 punti percentuali del Pil, 77 miliardi». Una cifra certamente astronomica, come ha sottolineato subito dopo Altimari, «di oltre cinque volte superiore a quanto il Def 2023 prevedeva sarebbe maturato nell’anno». Possibile che il ministero di Giancarlo Giorgetti avesse sottostimato così platealmente l’impatto della spesa pubblica per le erogazioni da Superbonus? A far emergere il peso politico della contraddizione è stato nel corso dell’audizione il deputato di Italia Viva Luigi Marattin. Che ha però sollevato anche un’altra incongruenza. Soltanto il 4 aprile l’Agenzia delle Entrate di quella spesa sul 2023 dava una stima diversa, e ancora maggiore: 84 miliardi circa. Bankitalia è in grado di chiarire quale sia la cifra reale, ha incalzato Marattin? Altimari ha però alzato le mani, ributtando la palla al Mef: «Noi ci basiamo sui dati contenuti nel Def e su quelli dell’Istat. Le stime sul 2023 non sono ancora concluse essenzialmente, dunque attendiamo il dato finale: chiediamo anche noi maggiore chiarezza da parte del governo su come i maggiori oneri verranno allocati per cassa nel triennio successivo».


Sempre più in deficit

Come se non bastasse, proprio mentre si apriva la seduta in commissione dall’Istat stesso arrivava un altro dato a suo modo inquietante rispetto all’attendibilità delle cifre riportate nel Def. Secondo l’istituto nazionale di statistica infatti l’Italia ha chiuso il 2023 con un deficit pari al 7,4% del Pil. Peccato che neppure due settimane fa, nel Def, il governo avesse dato quel valore al 7,2% – già rivedendo drasticamente le stime rispetto alla Nadef di fine settembre, che prevedeva un rapporto al 5,3%. Come si spiega tale peggioramento dei calcoli? Proprio con una revisione al rialzo del peso del Superbonus da contabilizzarsi sul 2023, spiega Il Sole 24 Ore. Il maggior disavanzo si deve infatti a 4,65 miliardi in più di spesa, che derivano dall’ondata delle «centinaia di migliaia di comunicazioni su sconti in fattura e cessioni piovute sull’agenzia delle Entrate» entro il 4 aprile scorso. Il che spiegherebbe con ogni probabilità le difficoltà del governo nell’assestare una previsione certa sul peso del Superbonus. Giorgetti, atteso in commissione stasera, è atteso al varco di spinosi chiarimenti.


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