Lory Del Santo e il dolore per la morte dei due figli, il racconto a Domenica In: «Passavo ore sdraiata a terra»

A Domenica In da Mara Venier, l’ex modella ha ripercorso i traumi che hanno segnato la sua vita, dalla fatale caduta del piccolo Conor al suicidio di Loren nel 2018

Dopo essersi raccontata senza filtri nella quarta puntata di Belve, Loredana “Lory” Del Santo è tornata a ripercorrere la sua vita, avventurosa e straziante, da Mara Venier a Domenica In. Un’occasione nella quale il volto televisivo ha parlato della tragica morte dei suoi figli, Conor e Loren. Il primo, precipitato dal 53esimo piano di un grattacielo di Manhattan quando aveva solo 5 anni, era il frutto del grande amore tra Lory ed Eric Clapton. Il chitarrista però scappò appena apprese della gravidanza.


La storia con Eric Clapton

«Con Eric Clapton è stato un amore contrastato. Era il nostro primo figlio, io lo volevo, c’era tanto entusiasmo. Quando rimasi incinta, lui sparì per sei mesi, poi mi chiamò il suo agente per chiedermi quanti soldi volessi», ha raccontato l’attrice su Rai 1. E ancora: «Io non ci pensavo ai soldi, così rifiutai. Eric mi scrisse poi una lettera meravigliosa quando ero al sesto mese. Mi disse ‘voglio venire a trovarti’. Venne e stemmo insieme. Lui aveva il mio cuore, mi disse cose bellissime, poi andò di nuovo via e si portò con sé la lettera. Era la prova del bambino». D’altronde, ha spiegato Del Santo, con Clapton «era come stare sulle montagne russe. Per far nascere Conor andai a Londra, mi prese una casa. Iniziò un periodo particolare, dico sempre che la mia vita sembra un film».


Il suicidio di Loren

Un film che però, spesso, è stato drammatico. Al trauma della morte del primo figlio, infatti, si è aggiunto quello del suicidio del secondo, Loren, nel 2018. «Perdere i figli è terribile – ha raccontato Del Santo -. L’immagine è di me stesa per terra. All’inizio mi sdraiavo a terra per ore. Poi pensai ‘cosa faccio? starò così tutta la vita?‘ e mi sono alzata. Quando ti alzi una volta, sei capace di alzarti ancora». Loren soffriva di anedonia, condizione patologica che impedisce di provare piacere. Quella che sua madre definisce «una malattia nascosta»: «Quando non hai una cultura in questo campo è difficile da capire. Io avevo capito che aveva dei problemi, pensavo fosse caratterialmente così. A me non dispiace stare da sola, e anche lui era solitario. Aveva fatto tutti gli esami a scuola, facevo sport, per cui non pensavo che potesse avere un problema». «Quando non è evidente il problema – ha concluso -, non ci sono soluzioni. Se adesso lo avessi saputo, vivrei male comunque, perché in ogni caso sarebbe successo».

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