La versione di Mantovano che smonta l’inchiesta di Domani, il giallo degli 007 e l’auto di Giambruno: «Non erano dei Servizi. Meloni mai a rischio»

I due uomini che con una torcia sono stati visti vicino all’auto di Giambruno sotto casa di Meloni non erano agenti dell’Aisi, secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Non ci sarebbe stato nessun coinvolgimento di uomini dei Servizi segreti nell’episodio raccontato oggi dal quotidiano Domani sotto casa di Giorgia Meloni. A dirlo è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che in una nota chiarisce anche in quella vicenda avvenuta nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, la premier «non è mai stata posta a rischio». Secondo la ricostruzione di Emiliano Fittipaldi e Nello Trocchia, quella notte due uomini si erano avvicinati all’auto di Andrea Giambruno, che si trovava a casa di Meloni al quartiere Torrino a Roma. Le due figure sarebbero state viste curiosare nell’auto dell’ex compagno della premier con una torcia. Un agente di sorveglianza alle tre di notte, spiegava il Domani, avrebbe intercettato i due uomini e chiesto loro di identificarsi. A quel punto i due si sarebbero presentati come «colleghi». Dopo un’indagine dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna, sarebbe emerso che quei due uomini erano agenti dell’Aisi, in servizio nella scorta della premier. Abbastanza per alimentare, secondo il Domani, il sospetto che alle spalle di Meloni stesse montando una sorta di complotto, con pezzi dei Servizi impegnati a cercare informazioni contro di lei.


La versione di Alfredo Mantovano

Mantovano però sembra smontare questa ricostruzione. Il sottosegretario spiega che quell’episodio è avvenuto «mentre il Presidente Meloni era impegnata in una missione all’estero». Di quella vicenda Mantovano dice di aver «puntualmente riferito, quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, nella mia ultima audizione al Copasir il 4 aprile scorso. Non ho difficoltà a ribadire quanto già chiarito nella sede parlamentare propria, e cioè che gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell’episodio di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del Presidente Meloni non è mai stata posta a rischio».


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