Questo video non mostra un bambino vittima del fosforo bianco a Gaza

Il video non prova l’uso dell’arma, che di cui Israele è comunque accusato in seguito a diverse indagini internazionali

Bruciature, macchie, ustioni. Questo è quello che si vede in un video sulla pelle di un bambino descritto come vittima del fosforo bianco usato da Israele a Gaza. Diversi report internazionali sostengono lo stesso, ma il bambino non mostra i segni delle ustioni da fosforo bianco, bensì quelli tipici di una malattia cutanea chiamata Xeroderma Pigmentoso. Quindi, il video non prova che Israele abbia usato fosforo bianco a Gaza.

Per chi ha fretta:

  • Circola il video di un bambino con la pelle macchiata e ustionata.
  • Il video viene diffuso per provare che Israele abbia usato il fosforo bianco contro la popolazione di Gaza.
  • Che Israele abbia lanciato armi al fosforo bianco contro esseri umani in Libano e a Gaza è stato denunciato in seguito a diverse indagini indipendenti.
  • Tuttavia, il video mostra un bambino affetto da una malattia cutanea, lo Xeroderma Pigmentoso.
  • A diffonderlo è stata un’associazione umanitaria marocchina che si occupa di aiutare i bambini affetti da questa malattia.

Analisi

Vediamo uno screenshot di uno dei post oggetto di verifica. Nella descrizione si legge:

Gli effetti del fosforo bianco che lancia Israele (arma ritenuta illegale a livello mondiale) sui bambini palestinesi…Guardatelo bene, guardate i suoi occhi, questo è lo sguardo di chi un giorno Inchalah riprenderà la sua terra.

Il video viene condiviso per provare che Israele abbia usato fosforo bianco contro la popolazione palestinese. Il fosforo bianco possiede la capacità di bruciare molto velocemente i tessuti organici reagendo con l’ossigeno. Può così penetrare a fondo nella pelle in maniera rapidissima fino all’esaurimento, che in certi casi non avviene prima di aver raggiunto le ossa. Negli scorsi mesi, associazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch hanno denunciato l’uso di fosforo bianco da parte di Israele in attacchi contro il Libano e a Gaza nel tra ottobre e dicembre del 2023. L’uso di fosforo bianco da parte di Israele in Libano contro esseri umani è stato confermato anche da un’indagine indipendente del Washington Post. Citato in questo articolo di Reuters dello stesso periodo, Israele ha negato di aver usato il fosforo bianco a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, ma non in Libano.

Lo Xeroderma Pigmentoso

Ad ogni modo, quelle che si vedono sul bambino non sono ustioni da fosforo bianco, bensì le macchie cutanee che si generano in coloro che soffrono di Xeroderma Pigmentoso, una malattia che comporta la ridotta abilità di riparare i danni che i raggi UV lasciano sulla pelle. Ciò fa sì che anche una breve esposizione solare possa causare la comparsa di lentiggini, macchie e ustioni e arrossamenti. Oltre ad altri problemi di salute, chi soffre di questa malattia è particolarmente incline allo sviluppo di tumori alla pelle, che senza la dovuta prevenzione si sviluppano spesso nei primi anni di vita. A condividere il video del bambino (archiviato qui), nel dicembre del 2023, è stata la Moonvoice Association, un’associazione umanitaria marocchina che si occupa di fornire aiuto a bambini che soffrono di xeroderma pigmentoso.

Nel post in cui il video viene condiviso si legge, in arabo: «La luce del sole è per loro un vero terrore, escono dalla prigione obbligata solo dopo il tramonto. La notte è la loro unica possibilità di toccare le strade e i vicoli delle loro città e villaggi, perché la loro pelle si rifiuta di stringere la mano al sole, quindi li scelgono come vittime che abbinano la loro vita alla distanza con cui fuggono da esso; più lo evitano, più hanno minuti di vita. Sono i “figli della luna” che combattono di giorno e li guidano di notte, vivono in mezzo a noi senza vederli e se ne vanno in silenzio senza che noi li conosciamo».

Conclusioni

Il video non mostra un bambino vittima del fosforo bianco a Gaza. Si tratta di un giovane purtroppo affetto da una malattia cutanea, lo Xeroderma Pigmentoso. A diffonderlo è stata un’associazione umanitaria marocchina che si occupa di aiutare i bambini affetti da questa malattia.

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