Gianfranco Fini: «Contro di me un processo politico, ma nessun accanimento»

«Sono stato assolto per tutti i casi di accusa che implicavano il reato di riciclaggio»

Gianfranco Fini dice che quella che l’ha condannato per la casa di Montecarlo non è stata una sentenza politica. Ma il suo è stato comunque un processo politico: «Perché io ero il leader di un partito, ho avuto alti incarichi, e per la cornice politica in cui quei fatti si svolsero e proseguirono», spiega oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Aggiungendo che «non c’è stato accanimento. Sono stato assolto per tutti i casi di accusa che implicavano il reato di riciclaggio».


Una sentenza illogica

Però, aggiunge, «è stato un processo paradossale con una sentenza illogica. Paradossale perché è durato 10 anni tra il primo avviso di garanzia e questa sentenza, e nel frattempo dal giudizio è uscito per prescrizione l’imprenditore Corallo, che diede a Giancarlo Tulliani i soldi per comprare l’appartamento. E ne è uscito il suo factotum Laboccetta, che non ha ripetuto in aula le sue dichiarazioni contro di me». In più secondo Fini un’altra illogicità è che sia stato assolto «da tutti i reati collegati agli effetti di quella vendita. Per tutti i fatti che la Procura mi addebitava, è stato deciso che o non costituissero reato, o non li avevo commessi. Quindi quale sarebbe la mia colpa?».


L’addio alla politica

L’ex leader di Alleanza Nazionale però dice che ha smesso di fare politica attiva non solo per il processo: «Ho sempre pensato che la compagna di Cesare dovesse essere al di sopra di ogni sospetto. Mi dava intima sofferenza chi magari mi accusava conoscendomi — Storace lo fece, ora siamo tornati amici — e chi ha cavalcato la tigre della delegittimazione, e lo hanno fatto soprattutto in ambienti di destra. Poi io ho votato convintamente Meloni, e convintamente ho deciso di lasciare la politica attiva». Se fosse stato assolto, aggiunge, «avrei continuato a fare quello che facevo prima, conferenze, dare consigli non richiesti.. Ritengo che ci siano stagioni nella vita, anche nella politica. Oggi tocca ai giovani portare avanti il Paese».

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