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Tajani non ci sta alla sfida tv Meloni-Schlein: «Meglio un confronto all’americana»

13 Maggio 2024 - 09:15 Redazione
Il vicepremier interviene anche sulla discussione con Giorgetti per il Superbonus: «Non abbiamo litigato, ma cambieremo il testo del Mef in Parlamento»

«Il duello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein va fatto, ma tenendo conto della par condicio. Non ci sono leader di Serie A e leader di serie B». Antonio Tajani non accetta l’esclusione dall’annunciato confronto televisivo: sarà uno dei momenti focali della campagna elettorale per la tornata dell’8 e del 9 giugno. E il segretario di Forza Italia ritiene ingiusto escludere i leader degli altri partiti: «C’è una competizione plurale. Alle Europee si vota con il sistema proporzionale. Siccome ogni partito compete con tutti gli altri, va garantito in parti uguali lo spazio televisivo. Sennò si crea uno squilibrio che va contro la legge». Il vicepremier e ministro degli Esteri ne parla oggi, 13 maggio, in un’intervista al Messaggero.

Il dibattito

Propone, in alternativa al faccia a faccia tra presidente del Consiglio e capo del Nazareno, un confronto «all’americana». Ovvero, «con tutti i leader in scena, così si rispetta la par condicio e lo spirito del sistema elettorale. In questa tornata di votazioni non c’è centrodestra contro centrosinistra, ma uno schema di gara differente: non tra due schieramenti ma tra tanti partiti». Parlando invece con il Corriere della Sera, il forzista ritorna sulla presunta lite tra lui e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Oggetto del contendere è la modifica di alcune regole relative ai crediti del Superbonus. «Non abbiamo mai litigato, voglio solo vederci chiaro – chiarisce Tajani -. Nella nostra civiltà giuridica non esistono norme retroattive, mentre queste proposte del ministero dell’Economia sono retroattive, siamo a metà anno e non era stato deciso così».

E annuncia che il testo sarà suscettibile di cambiamenti in sede parlamentare: «Ne discuteremo in Parlamento, dopo avere ascoltato le aziende siamo pronti ad approvare delle modifiche. Sono due casi particolari, ma voglio essere chiaro: difendiamo i conti pubblici, vogliamo condividere fino in fondo una strategia complessiva e la tattica con cui viene applicata».

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