L’Italia riprende a finanziare l’Unrwa. L’annuncio di Tajani: «Affrontiamo l’emergenza umanitaria del popolo palestinese»

Nelle scorse settimane una commissione indipendente ha ridimensionato le accuse di complicità al terrorismo

L’Italia riprenderà i finanziamenti all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha incontrato alla Farnesina il primo ministro dell’Autorità Palestinese, Mohammed Mustafa. I finanziamenti all’agenzia Onu erano stati bloccati dall’Italia e da decine di altri Paesi occidentali a gennaio 2024, in seguito alla pubblicazione di un report da parte del governo israeliano che accusava alcuni dipendenti dell’Unrwa di aver partecipato al massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. «Ho informato Mustafa che il governo ha disposto nuovi finanziamenti a favore della popolazione palestinese, per un totale di 35 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto in risposta alla crisi. Di questi, 5 milioni saranno destinati a Unrwa», ha detto oggi Tajani.


L’annuncio di Tajani

L’ambizione dell’Italia, ha aggiunto il ministro degli Esteri, è di «svolgere un ruolo di ponte» e lavorare affinché «si chiuda questa fase dello scontro militare a Gaza». La decisione dell’Italia di riprendere i finanziamenti all’Unrwa arriva a seguito del lavoro svolto dalla Commissione indipendente presieduta dall’ex ministra francese Catherine Colonna. «Noi crediamo che sia necessario lavorare alla soluzione ‘due popoli, due Stati’ nella cornice di un più ampio processo politico che porti alla pace, frutto di un’azione regionale coordinata, con un forte appoggio della comunità internazionale», ha detto Tajani. Per quanto riguarda il breve periodo, invece, la priorità è «affrontare sia l’emergenza umanitaria del popolo palestinese e le sue legittime aspirazioni ad avere un proprio Stato, sia le altrettanto legittime esigenze di sicurezza di Israele».


Le accuse di Israele e lo stop ai finanziamenti

Il caso che ha coinvolto l’Unrwa è scoppiato il 26 gennaio 2024, quando le autorità israeliane hanno condiviso con le Nazioni Unite un rapporto sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti dell’agenzia negli attacchi contro Israele del 7 ottobre. «Per proteggere la capacità dell’Agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di questi membri del personale e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità. Qualsiasi dipendente dell’Unrwa coinvolto in atti di terrorismo sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali», aveva commentato Philippe Lazzarini, commissario generale dell’agenzia Onu. Di fronte alle pesantissime accuse sollevate da Israele, diversi Paesi occidentali – Italia compresa – hanno deciso di sospendere i finanziamenti all’Unrwa, per il timore che finissero in realtà nelle mani di Hamas.

La commissione indipendente e i dubbi sul report

Con il passare del tempo, sono aumentati i dubbi sulla legittimità delle accuse mosse da Israele. A fine aprile, la commissione indipendente presieduta da Catherine Colonna è arrivata alla conclusione che non sono state fornite abbastanza prove da parte delle autorità di Tel Aviv per sostenere che alcuni dipendenti dell’Unrwa abbiano davvero preso parte agli attacchi del 7 ottobre 2023. Questa rivelazione ha spinto una parte dell’opinione pubblica a chiedere a gran voce la ripresa immediata dei finanziamenti all’agenzia delle Nazioni Unite, a maggior ragione in vista dell’offensiva dell’esercito israeliano su Rafah, la città più a Sud della Striscia di Gaza. Il 7 maggio scorso, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva invitato il governo a riprendere i finanziamenti all’Unrwa: «Occorre considerare l’essenziale funzione svolta dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente e di conseguenza l’importanza di continuare a finanziarla».

In copertina: Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il Forum del Made in Italy a palazzo Wedekind, Roma, 22 maggio 2024 (ANSA/Vincenzo Livieri)

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