Israele richiama il suo ambasciatore all’Onu e accusa l’Unrwa. Le Nazioni Unite: «Buone ragioni per credere alle violenze sessuali di Hamas»

La missione Onu ha raccolto in un report «informazioni chiare e convincenti» sugli abusi subiti da alcuni ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre scorso nell’attacco di Hamas

Mentre la tensione a Gaza non accenna a diminuire, tra Israele e l’Onu gli attriti si materializzano in uno scontro diplomatico. Fonti governative hanno infatti reso noto che Tel Aviv ha richiamato il suo ambasciatore dalle Nazioni Unite in seguito al «silenzio» sulle violenze sessuali attribuite ad Hamas. Circostanza confermata su X dal ministro degli Esteri Israel Katz, che ha twittato: «Ho ordinato al nostro ambasciatore all’Onu, Gilad Erdan, di ritornare in Israele per consultazioni immediate in seguito al tentativo di mettere a tacere» le informazioni «sugli stupri di massa commessi da Hamas e dai suoi collaboratori il 7 ottobre». Poco dopo, è stato reso noto il contenuto di un rapporto dell’Onu secondo cui ci sono «buone ragioni per credere» che vi siano state violenze sessuali, compresi stupri, durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre.


La missione dell’Onu

Nello specifico, la missione guidata da Pramila Patten (la rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti) ha indagato sugli ostaggi, raccogliendo «informazioni chiare e convincenti sul fatto che alcuni di loro avevano subito varie forme di violenza sessuale legate al conflitto». Accompagnata da esperti, Patten ha visitato Israele e Cisgiordania per due settimane e mezzo all’inizio di febbraio. Coloro che hanno accettato di parlare con loro hanno delineato un quadro fatto di «trattamenti crudeli, disumani e degradanti», e «ci sono buone ragioni per credere che tali violenze siano ancora in corso».


A Gaza, ha ricordato dal portavoce militare israeliano Daniel Hagari, ci sono ancora 134 ostaggi, fra cui donne e bambini. La reale dimensione delle violenze durante il 7 ottobre, conclude il rapporto, «potrebbe richiedere mesi o addirittura anni per emergere, e potrebbe non essere mai veramente conosciuta». Il rapporto si conclude con un invito alle autorità israeliane a consentire l’accesso a una missione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e della Commissione indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi, per condurre «indagini approfondite su tutte le accuse di violazioni, e integrare e approfondire» quanto emerso sinora.

Israele accusa l’Unrwa: «Infiltrati di Hamas tra i suoi dipendenti»

Nel frattempo Hagari, basandosi su informazioni di intelligence, ha puntato il dito contro l’Unrwa, l’ente dell’Onu per i rifugiati palestinesi, sostenendo che oltre 450 impiegati dell’agenzia «appartengono a organizzazioni terroristiche della striscia di Gaza, in particolare a Hamas». E ricoprirebbero anche «posizioni di responsabilità». A supporto della sua tesi, ha divulgato due conversazioni telefoniche, registrate durante i massacri del 7 ottobre. Una delle due appartiene a Yusef al-Hawajara, insegnante dell’Unrwa ai Deir el-Balah, mentre l’altra a Mamduh Alkali, maestro di una scuola elementare e «terrorista della Jihad islamica». Nella conversazione si sente uno di loro affermare: «Sono dentro, con gli ebrei. Abbiamo donne ostaggi, ne ho catturata una».

Educatori, maestri, direttori

Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari in un incontro con la stampa ha affermato: «Per anni Hamas ha sfruttato l’Unrwa ed altre organizzazioni internazionali, per i propri fini. Hamas occupa posizioni all’interno dell’Unrwa e vi dispone i propri uomini, i quali in parallelo proseguono le loro attività in organizzazioni terroristiche». Secondo quanto dichiarato da Hagari, i terroristi in questione lavorerebbero anche come educatori, maestri, direttori. Queste informazioni di intelligence, ha precisato Hagari, sono state inoltrate a Paesi amici di Israele e anche alle Nazioni Unite.

Unrwa: «I nostri dipendenti torturati per confessare»

Il portavoce militare ha aggiunto che in una delle registrazioni telefoniche uno dei docenti dell’Unrwa penetrati in Israele avrebbe descritto con termini spregiativi e di carattere sessuale una delle donne prese in ostaggio il 7 ottobre. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha a sua volta rivolto dure accuse alle autorità israeliane, dichiarando che avrebbero torturato alcuni membri del suo staff durante gli interrogatori. «Alcuni membri del nostro personale hanno riferito alle squadre dell’Unrwa di essere stati costretti a confessare sotto tortura e maltrattamenti» mentre veniva chiesto loro dell’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, ha precisato l’agenzia Onu.

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