Cosa dobbiamo sapere di Yazan Kafarnah, il bambino palestinese morto a Rafah per malnutrizione

In molti hanno accusato la madre di non averlo nutrito, altri lo descrivono come malato terminale di tumore, ma non è così

Le foto e i video di Yazan Kafarnah hanno fatto il giro del mondo. Sono state usate per denunciare i problemi legati alla malnutrizione dei bambini a Gaza a seguito del conflitto tra Israele e Hamas. Yazan è morto per malnutrizione il 4 marzo 2024 a Rafah presso l’Abu Youssef Al-Najjar Hospital, scatenando l’ira dei sostenitori della causa palestinese e non solo. Dall’altra parte, c’è chi ha sostenuto versioni diverse della storia, affermando che non fosse morto per malnutrizione. La questione è molto più complessa e va raccontata in maniera approfondita. Per questa e altre verifiche vi suggeriamo i due speciali “Le bufale della propaganda pro Israele” e “Le bufale della propaganda pro Palestina“.

Per chi ha fretta

  • In molti sostengono che la storia sia falsa in quanto la madre del bambino non risulta affatto denutrita.
  • La teoria è che il bambino avesse tutt’altri problemi, come ad esempio un tumore e che si trovasse in uno stadio terminale.
  • La narrazione diffusa su Yazan Kafarnah non riporta con chiarezza il suo reale stato di salute.
  • Soffriva di paralisi cerebrale infantile, una condizione che rende difficile l’alimentazione.
  • Questi bambini hanno bisogno di trattamenti adeguati, in certi casi devono essere alimentati attraverso un tubo.
  • Yazan risulterebbe morto per malnutrizione in mancanza di un adeguato supporto alimentare.
  • Unicef riporta alcune morti per malnutrizione, ma la condizione di Yazan non è la stessa di altri bambini a Gaza.

Analisi

Sui social, come ad esempio su Twitter/X, qualcuno sostiene che non possa trattarsi di malnutrizione. Per dimostrarlo, condividono la foto del bambino con accanto la madre che non risulta affatto malnutrita, e viene accusata di non dare da mangiare al proprio figlio.

Sempre secondo l’utente Hoda_jannat, condiviso da altri come fonte per smentire la narrazione, si tratterebbe di un malato terminale e che si sarebbe ridotto così non per l’alimentazione.

C’è chi afferma, condividendo queste critiche, che il bambino sia un malato terminale sottoposto a cicli di chemioterapia:

Le foto precedenti e i segni di un problema

Diversi utenti condividono le foto del bambino che lo ritraggono con un viso tutt’altro che scheletrico, apparentemente in buona salute. Tuttavia, qualcosa non quadra osservando le braccia sottili e la postura.

Il video di Alaraby e la paralisi cerebrale

Ricercando informazioni sul bambino in lingua araba, riscontriamo un video pubblicato il 2 marzo 2024 dal canale Youtube di Alaraby dove viene raccontata la sua situazione. Intorno al minuti 0:20 viene citata una «paralisi cerebrale dalla nascita».

Intorno al minuto 0:25, Alaraby fa intendere che il bambino avesse bisogno di una dieta particolare. Il servizio prosegue parlando del conflitto e di come questo abbia reso difficile ottenere cibo e medicine.

La paralisi cerebrale e l’alimentazione

Dal sito Msdmanuals.com, alla voce Paralisi cerebrale, leggiamo:

Con paralisi cerebrale si fa riferimento a un gruppo di condizioni che comportano difficoltà di movimento e rigidità muscolare (spasticità). Deriva da malformazioni cerebrali antecedenti alla nascita durante lo sviluppo del cervello oppure da danni cerebrali prima, durante o subito dopo il parto.

[…]

I sintomi vanno dalla mancanza di coordinazione lievemente rilevabile a difficoltà significative di movimento di uno o più arti, fino alla paralisi completa delle articolazioni.

[…]

Alcuni bambini affetti da paralisi cerebrale manifestano inoltre deficit intellettivo, problemi comportamentali, disturbi della vista e dell’udito e/o sindromi convulsive.

[…]

La paralisi cerebrale (PC) colpisce circa 2-3 neonati su 1.000, in particolare i neonati pretermine che hanno meno di 28 settimane di gestazione.

In merito all’alimentazione, ecco cosa viene riportato per i casi più gravi:

La prognosi, in genere, dipende dalla forma e dalla gravità. La maggior parte dei bambini con paralisi cerebrale sopravvive fino all’età adulta. Solo i soggetti colpiti più gravemente, incapaci di prendersi cura di sé stessi o di assumere alimenti per via orale, hanno un’aspettativa di vita notevolmente ridotta.

Sul sito di Nestlehealthscience.it, dell’omonima multinazionale, viene riportata un’area dedicata alla nutrizione dei bambini con paralisi cerebrale:

La verità è che l’atto del mangiare richiede il coordinamento simultaneo di un gran numero di gruppi muscolari (soprattutto muscoli facciali). Dal momento che la paralisi cerebrale colpisce il movimento del corpo e il controllo muscolare, anche l’atto del mangiare può esserne influenzato.

I bambini con paralisi cerebrale possono soffrire di disfagia, ossia la disfunzione motoria orale, che potrebbe portare alla difficoltà di trattenere il cibo in bocca, al soffocamento del bambino e lo scarso aumento di peso:

In genere, una persona con disfagia ha difficoltà a deglutire cibo e/o liquidi. La disfagia non solo può portare alla malnutrizione, ma può anche indurre una serie di problemi respiratori, come la polmonite, a causa di aspirazioni ricorrenti (quando il cibo o il liquido entrano nelle vie respiratorie o polmoni, a causa della difficoltà di deglutizione).

Nel sito del Prof. Nicola Portinaro, chirurgo ortopedico pediatrico presso l’Humanitas Research Hospital, viene riportato un elenco delle soluzioni chirurgiche che «possono essere necessarie in alcuni casi per migliorare la qualità di vita». Tra queste «inserire tubi per l’alimentazione». Parliamo, in questo caso, del sondino naso-gastrico dove vengono fatti passare liquidi specifici, non cibo “normale”.

La nota di Unicef su Nord e Sud di Gaza

Secondo una nota di Unicef, pubblicata il 3 marzo 2024, diversi bambini sarebbero morti per disidratazione e malnutrizione nell’ospedale di Kamal Adwan, nel nord di Gaza:

Sono arrivate le notizie dei decessi di bambini, notizie che temevamo – mentre la malnutrizione devasta la Striscia di Gaza. Secondo le notizie, almeno dieci bambini sono morti per disidratazione e malnutrizione nell’ospedale di Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza, negli ultimi giorni. È probabile che altri bambini stiano lottando per la vita da qualche parte in uno dei pochi ospedali rimasti a Gaza e che un numero ancora maggiore di bambini nel nord non possa ricevere alcuna cura. Queste morti tragiche e orribili sono causate dall’uomo, prevedibili e del tutto evitabili.

Nella nota, Unicef pone una distinzione tra le condizioni delle due diverse aree della striscia di Gaza:

La disparità di condizioni tra nord e sud è la prova evidente che le restrizioni agli aiuti nel nord stanno costando vite umane. Gli screening sulla malnutrizione effettuati dall’UNICEF e dal WFP nel nord del Paese a gennaio hanno rilevato che quasi il 16% – ovvero 1 bambino su 6 sotto i 2 anni – è gravemente malnutrito. Esami simili sono stati condotti nel sud, a Rafah, dove gli aiuti sono stati più disponibili, e hanno rilevato che il 5% dei bambini sotto i 2 anni è gravemente malnutrito.

Yazan Kafarnah è morto a Rafah, dove gli aiuti sono più disponibili, ma bisogna considerare che questi risulterebbero senz’altro utili per bambini in condizioni diverse dalla sua.

Conclusioni

Yazan Kafarnah è morto per malnutrizione. C’è chi lo nega, affermando che sia stato lasciato morire o che fosse un malato terminale di cancro. Le sue condizioni erano certamente diverse da quelle di molti altri bambini a Gaza, ma questo non toglie che possa essere morto a causa di cure adeguate mancanti durante il conflitto. Soffriva di paralisi cerebrale, una situazione in cui alcuni bambini non possono nutristi per via orale in maniera autonoma. La mancanza di un supporto adeguato, condizionato dall’attuale conflitto e dalla fornitura di medicinali e altro, potrebbe aver peggiorato la sua già fragile situazione, portandolo al decesso.

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