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X Factor, fuori Pablo Murphy. Bravi Mimì e I Patagarri. A Paola rimane solo Lowrah. Le pagelle

01 Novembre 2024 - 04:25 Gabriele Fazio
Secondo Live di X Factor, eliminato Pablo Murphy
Secondo Live di X Factor, eliminato Pablo Murphy
La prossima settimana la serata live sarà a tema: tutte esibizioni di musica dance. Ospite Tananai

Anche il secondo live di X Factor è aperto da Giorgia (voto 10) con l’efficacissima Niente di male, suo ultimo singolo. Dunque possiamo desumere che l’apertura dello show quest’anno è lo spazio dedicato alla musica vera. Brava Francamente, che accetta la sfida di Jake La Furia (voto 6 che si alza a 10 per aver esposto uno dei cappelli più belli della storia della televisione italiana) e se la vede con Blanco e Sfera Ebbasta, bravissimi anche I Patagarri di Achille Lauro (voto 7, il più vivo della cattedra) che rielaborano Thasup. Al ballottaggio ci finisce l’impalpabile El Ma e mai scelta fu più giusta. Ospite della serata Gaia (voto 7); gran classe, carisma da vendere, sul palco è proprio ipnotica e, ci teniamo a specificarlo, meglio da sola che in quel tormentone di bassa lega di Sesso e samba. Nella seconda manche incanta, come al solito, Mimì, la punta di diamante della squadra di Manuel Agnelli (voto 5,5), mentre i The Foolz devastano i Kiss. Al ballottaggio però finisce il povero Pablo Murphy, che ci mette il cuore ma non colpisce mai. Infatti va a casa. E nessuno, che ci risulti, si è strappato i capelli. Di sicuro non sotto il nostro stesso tetto. Così Paola Iezzi (voto 5), stasera in versione lampadario di casa de pora nonna, perde il secondo concorrente nelle prime due puntate. Il terzo live sarà a tema ed è un tema a lei assai congeniale: la dance. Infatti tremiamo solo all’idea.

Francamente – Mi fai impazzire – Voto: 7

L’assegnazione del pezzo confezionato in featuring da Blanco e Sfera Ebbasta è una forzatura? Si. Sicuramente. Lei se ne esce con una versione intellettuale che non la fa rendere come sa e può, ma siamo in tv e serve regalare questi stuzzicanti corto circuiti al pubblico a casa. Quindi brava.

Punkcake – Gone Daddy Gone – Voto: 7

Belli, maleducati, divertenti, ma lisci. L’unico progetto in gara che sarebbe bello vedere a confronto con qualcosa di diverso rispetto quello che già sappiamo che sa fare, viene di nuovo proposto con qualcosa che già sappiamo che sa fare. Vogliono fare i punk che distruggono tutto? Si, dai, bello, ci stiamo. Ma allora, egregio signor Agnelli, gli dia qualcosa da spaccare. Ogni esibizione di questo tipo è un’occasione persa. Si, si sono scambiati i ruoli e l’effetto è esattamente quello della scorsa settimana, sicuro che sia un buon segno?

I Patagarri – sw1n60 – Voto: 9

Che mina! Qui ci si sposta un pò dall’area matrimoni. Questo non è far proprio un pezzo (stupendo), questo è prendere un pezzo (stupendo) e, con leggiadria e raffinatezza, strizzarne via l’anima. Un pò come fa il diavolo quando ti concede un desiderio, infatti l’esibizione è meravigliosamente diabolica e il nostro viscerale bisogno di ascoltare musica di livello è realizzato. Non che quel loro fare vagamente sbronzo da sposalizio a noi dispiaccia eh. Infatti adesso, per piacere, vorremmo in pista il papà della sposa per un lento con la figlia, prima però ci sarebbe da spostare un suv targato BE568ZM. Ripetiamo: un suv targato Bologna, Empoli, 5-6-8 Zorro, Mantova. Di corsa che la zia è stanca.

Lowrah – Man Down – Voto: 5,5

Tutto perfetto e senza anima, non si capisce chi è, cosa vuole dire e cosa vuole fare questa ragazza, a parte l’imitazione di popstar di livello mondiale che sono vive e vegete e non necessitano di controfigure sparse per il mondo. Ci appare assai lontana dal trovare una sua dimensione, un proprio linguaggio, un proprio carattere.

Lorenzo Salvetti – 100 Messaggi – Voto: 6

Questa esibizione, indubbiamente di buon livello, ci annoia così tanto che decidiamo di teletrasportarci in una dimensione alternativa in cui Salvetti canta Lazza come se fosse Cocciante, che canta Salvetti come se fosse Lazza, che canta Cocciante ma con i riccioloni, ai quali Salvetti fa uno shampoo, mentre Cocciante lancia la sua carriera da trapper reinterpretando Cervo a primavera con l’autotune a Domenica In da Mara Venier. Capite il grado di insofferenza?

El Ma – Try – Voto: 5

Brava, bella e gelida come la moglie di Ivan Drago. Sul palco ha il carisma di un semaforo, dell’esibizione infatti, se eliminiamo luci stroboscopiche, un intero corpo di ballo e la scenografia spettacolare, non rimane quasi niente.

Les Votives – Sign Of The Times – Voto: 6,5

Il problema dei Les Votives è quest’aria da bambini prodigio che una volta va bene, diverte, colpisce, stupisce, come un cucciolo di labrador con il singhiozzo. Ma già alla seconda ti chiedi se non sei finito per sbaglio ad una festa delle medie. Rendiamo il giudizio plastico: noi guardiamo e pensiamo «Bravi!…per essere dei ragazzini», che non è esattamente un complimento.

Danielle – Lugano addio – Voto: 7

Danielle possiede sicuramente la voce con più carattere dell’edizione, con quel graffio che arricchisce e quella vaga scoordinazione che incanta. Peccato che manca tutto il resto. La via di mezzo tra un bel karaoke e un Castrocaro del 1987. Comunque gradevole.

Mimì – Something On Your Mind – Voto: 8,5

Subito dopo l’esibizione al tavolo si sono dilungati sulla sua presunta comfort zone, la verità è che la comfort zone di Mimì è l’universo intero.

Pablo Murphy – Mr. Brightside – Voto: 5

Il ragazzo ci mette cuore, su questo non c’è dubbio, ma è tutto poco interessante. Non male, solo poco interessante. Lui suda l’anima sul palco e tu pensi «Chissà che ho fatto al Fantacalcio?», lui si strugge e tu pensi «Ma sarà avanzato del gelato?», lui si sbatte da un lato all’altro dello studio e tu pensi «Chissà come starei con la barba di Lele Adani». Non a caso va al ballottaggio e poi a casa. Potremmo dire che la sua esuberanza ci mancherà. Oppure no. Pistola alla testa diremmo: no. Anzi, per dirla tutta, chiedeteci di lui tra dieci minuti e vi risponderemo: «chi?».

The Foolz – I Was Made for Lovin’ You – Voto: 4,5

Peggiore esibizione della serata, la hit dei Kiss è stata fatta a pezzi, a partire dall’inglese inascoltabile del cantante, che al confronto Matteo Renzi è Laurence Olivier.



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