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Nella sede di FdI c’è un disturbatore di frequenze contro le intercettazioni: «Siamo tutti ascoltati»

fratelli d'italia jammer disturbatore frequenze giorgia meloni arianna meloni
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Un jammer in via della Scrofa. Lo tirano fuori durante le riunioni riservate a porte chiuse. Perché «c'è un grande disegno, un complotto. Ci controllano». Mentre a Palazzo Chigi alcuni vengono additati come spie. Perché parlano con i giornalisti

Un disturbatore di frequenze. Ovvero un apparecchio che impedisce le intercettazioni fermando le onde radio dei cellulari. È facilmente reperibile su Amazon, mentre è un po’ una sorpresa trovarlo a Roma in via della Scrofa. Ovvero nella sede di Fratelli d’Italia. Eppure sta proprio lì, «da qualche tempo», fa sapere Il Foglio. Lo tirano fuori durante le riunioni riservate a porte chiuse. Perché dopo i casi di dossieraggio e accessi illeciti alle banche dati aleggia un po’ quella sensazione: «Siamo tutti ascoltati. C’è un grande disegno, un complotto. Ci controllano». E nel mirino «c’è solo il centrodestra. E non da adesso. Ma da quando si è capito che saremmo andati al governo», ha detto Giorgia Meloni. Per questo nella stanza che fu di Giorgio Almirante e oggi spesso occupata da Arianna Meloni, è arrivato un jammer.

Cos’è un jammer

Si trovano in vendita su Amazon a prezzi davvero popolari (dai 30 ai 170 euro). Si tratta di disturbatori di frequenze che agiscono anche sui sistemi antifurto e di sicurezza. Per questo vengono usati anche dai ladri che entrano nelle case altrui. II jammer emette onde sincronizzate sulla frequenza di quelle già emesse, disturbandole o interrompendole. Funziona basandosi sui parametri della distanza e del tipo di onde radio. Con un raggio d’azione di 180 gradi. Si chiama jamming l’azione di disturbo delle onde wireless. L’apparecchio che si trova in via della Scrofa impedisce le intercettazioni. Si tratta di una tecnologia che viene usata per la protezione di ambasciate, aeroporti o centri di ricerca. Ma adesso fa parte delle accortezze che il partito di governo utilizza per comunicare senza occhi indiscreti. Insieme all’uso di Signal al posto di Whatsapp.

Taci, il nemico ti ascolta

Non solo. A Palazzo Chigi c’è molta sfiducia anche nei confronti dei collaboratori. Alcuni vengono bollati come spie. E cioè amici dei giornalisti. Una scelta comprensibile, anche se somiglia un po’ alla propaganda “Taci, il nemico ti ascolta” della Seconda guerra mondiale ideato per Mussolini da Leo Longanesi. D’altro canto l’indagine su Equalize racconta che «sin dall’inizio dell’inchiesta si è accertato che presso gli uffici si sono recati funzionari della presidenza del Consiglio dei ministri». Ovvero, dei servizi segreti. Che avrebbero incontrato il Superpoliziotto Carmine Gallo. Le conversazioni, però, «non sono state oggetto di trascrizioni». E nelle carte il racconto è pieno di omissis. Anche se si dice che i soggetti non hanno ruoli organici all’interno degli apparati di sicurezza nazionale.

Foga415

E poi c’è il giallo di Foga415. E di un utente fittizio chiamato Lanza. Un «appartenente ad Aisi» secondo i carabinieri che indagano su Equalize. Il suo nome utente sullo Sdi (l’archivio della polizia) è Foga415. Ha effettuato ricerche nei database, ma non si sa per conto di chi. E, ricorda oggi il Corriere della Sera, nelle carte dell’indagine milanese si parla anche di rapporti con servizi stranieri. A cominciare dagli israeliani del Mossad filmati negli uffici di via Pattari.

«Calamucci e Gallo hanno detto più volte di lavorare con numerosi servizi di intelligence stranieri», scrivono i carabinieri: «Il mercimonio d’informazioni con soggetti stranieri apparentemente appartenenti a servizi d’intelligence straniera rappresenta un “corto circuito” dal momento che dati indisponibili e appartenenti al patrimonio informativo e di sicurezza dello Stato, vengono messi a disposizione di terzi in assenza di un mandato istituzionale o dei reciproci rapporti tra intelligence di Paesi amici». E aggiungono: «Ad oggi infatti non sono emerse deleghe o rapporti di natura stabile tra apparati dello Stato italiano (le sue articolazioni di intelligence) e il gruppo di via Pattari».

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