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Perché otto treni su dieci arrivano in ritardo: «Sono troppi, la rete è sovraccarica»

treni lata velocità italia ritardi perche
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Il dossier dei Radicali sull'Alta Velocità: ritardi medi di 40 minuti e punte di 3 ore. Su 7.931 treni veloci ben 6.159 hanno accumulato ritardi

C’è il Frecciarossa Reggio Calabria – Milano con un ritardo medio di 47 minuti e punte di 199. Mentre il Lecce – Milano ne porta abitualmente 44 e arriva a 160. E poi il Napoli – Torino che ne accumula fino a 196. Un’indagine dell’informatica Chiara Calore diffusa dai Radicali spiega perché l’Alta Velocità in Italia è spesso in ritardo. I numeri si riferiscono all’ottobre 2024. E dicono che su 7.931 treni veloci ben 6.159 hanno accumulato ritardi. Il dossier si chiama “Altra Velocità” e punta il dito su corse e infrastrutture obsolete. Al di là dei chiodi piantati male e dei lavori sui binari. Il ritardo è accumulato dai Frecciarossa (77%), i Frecciargento (83%), i Frecciabianca (78%). Il giorno con maggiori ritardi è il mercoledì. Le ore accumulate di ritardi arrivano a 1.881, dice La Stampa.

Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca

Il dossier analizza i ritardi di Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca. Il ritardo maggiore accumulato durante la settimana è dovuto al carico di pendolari, che cresce con le corse messe a disposizione. Le peggiori corse, dopo quelle citate, sono la Torino – Reggio Calabria, il Bari – Roma, la Venezia – Reggio Calabria e la Milano – Taranto. I singoli episodi fanno spesso pensare che si tratti di eventi eccezionali. Secondo Calore non è così: «La realtà è ben diversa: da questo dossier emerge l’altra velocità sulla linea AV di Trenitalia, un problema di ritardi strutturale e sistematico». Questo perché i disagi per i viaggiatori tendono a crescere con l’aumentare del numero di treni in circolazione. Più traffico, più ritardi e ancora più lunghi del solito.

Più traffico, più ritardi

Il termine giusto è sovraccarico di sistema. «L’analisi del mese di ottobre evidenzia un quadro critico, in cui la maggior parte dei treni AV soffre di ritardi cronici che appaiono ormai come la norma piuttosto che l’eccezione. Con il 78% dei convogli in ritardo e fasce orarie in cui le attese superano regolarmente i 15 minuti, emerge una situazione che va ben oltre l’imprevedibilità dei singoli episodi», è il ragionamento. E proprio l’eccessivo numero di corse fa accumulare ritardo. Che si amplificano «soprattutto nelle ore di punta, quando la rete è congestionata e diventa impossibile rispettare gli orari con la frequenza attuale dei treni. Questa condizione non solo compromette la qualità del servizio, ma espone i viaggiatori a continui disagi».

I cantieri senza colpe

Silvja Manzi, esponente di Europa Radicale, dice al quotidiano: «L’amministratore delegato di Trenitalia Luigi Corradi a inizio anno aveva assicurato che il 70% delle corse arrivava a destinazione in orario. Non potendo far altro che prendere per vere le sue affermazioni, constatiamo che in appena dieci mesi il calcolo si sia letteralmente ribaltato, se non peggio». È meglio avere «tante corse a disposizione dei pendolari, ma che rispettino i tempi. Oggi è evidente che la rete del Paese è sovraccarica. Non regge e così crescono i disagi. Anche perché, come conferma il report sullo scorso ottobre, i disservizi si concentrano proprio durante i giorni feriali, cioè quando la gente prende il treno principalmente per motivi di lavoro».

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