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Bonus Natale 2024 anche per i genitori single. Chi ne ha diritto e come richiederlo

14 Novembre 2024 - 13:23 Alba Romano
bonus natale 2024 genitori single governo meloni
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Merito della riapertura del concordato preventivo, da cui il governo spera di trarre una nuova tranche utile per la Manovra. Da ora basterà avere almeno un figlio a carico

Per quest’anno è previsto un ampliamento della platea del “bonus Natale”: l’una tantum di 100 euro che sarà aggiunto in busta paga alla tredicesima mensilità ai lavoratori dipendenti con reddito inferiore ai 28mila euro. Si passerà da circa un milione di aventi diritto a quasi 4,5 milioni grazie all’eliminazione del «requisito di avere il coniuge a carico», ha spiegato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Sarà dunque sufficiente avere almeno un figlio a carico, mentre rimangono esclusi i single senza figli. Una misura resa possibile dalla riapertura del concordato preventivo, il cui termine è stato prorogato fino al 12 dicembre per permettere a più partite Iva di aderire e regolarizzare le somme evase tra il 2018 e il 2022. In questo modo il governo spera di avere una nuova tranche di disponibilità economiche da sfruttare per la Manovra 2025. Il testo è già stato approvato. in consiglio dei ministri e in tempi brevi dovrebbe andare in Gazzetta Ufficiale. Da lì confluirà nel decreto Fisco all’esame del Senato. Ma come funziona? E a chi spetterà di preciso?

Famiglia e consumi natalizi

Non solo famiglie di fatto, ma anche monogenitoriali. L’abbattimento di una delle tre condizioni fondamentali per godere de bonus Natale ha immediatamente triplicato la platea di fruitori. L’obiettivo, ha spiegato Leo, è «una ulteriore spinta per i consumi natalizi, un aiuto in più ai lavoratori e ai contribuenti in un momento particolare dell’anno, quando le spese familiari tendono ad aumentare». La parola chiave è dunque “famiglia”, evidentemente definita dalla sola presenza di almeno un figlio a carico.

Bonus Natale 2024: a chi spetta e quando i figli sono considerati a carico

L’erogazione, come già anticipato, arriverà come un bonus “unito” alla busta paga. In questo caso, un una tantum applicato sulla tredicesima. Il provvedimento, che pone le sue radici nel decreto Omnibus di fine ottobre, ha invece mantenuto intatta un’altra importante specifica: i 100 euro finiranno in busta paga solo ai lavoratori dipendenti con reddito annuale non superiore ai 28mila euro. Esclusi dal bonus, dunque, i titolari di pensione così come i collaboratori coordinati e continuativi, il cui reddito di lavoro è solo «assimilato» al lavoro dipendente.

Per considerare uno o più figli a carico, questi non devono avere un reddito complessivo superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Una cifra che sale fino a 4mila euro se i figli hanno un’età non superiore ai 24 anni. Il bonus spetta anche se il figlio è adottivo o in affido, a patto che sia legato al solo contribuente. Ma va a comprendere anche numerose altre casistiche: se la famiglia è monogenitoriale per decesso, se è avvenuta una separazione e se il figlio naturale non è stato riconosciuto da uno dei due coniugi.

Come ricevere il Bonus Natale? Le richieste, i lavoratori domestici e i rimborsi

Per ottenere il bonus Natale insieme alla tredicesima mensilità, il lavoratore dipendente dovrà presentare una specifica richiesta al datore di lavoro, in ci attesta di averne il diritto e indica il codice fiscale del coniuge (se presente) e dei figli a carico. La misura è valida anche per i lavoratori domestici, che dovranno farne richiesta in sede di dichiarazione 730 o dichiarazione dei redditi. In caso di più rapporti di lavoro, il contribuente potrà presentare richiesta solamente a uno dei datori. È necessaria, però, una specifica: il bonus euro spetterà in maniera inferiore nel caso in cui «le giornate di detrazione di lavoro dipendente spettanti siano inferiori a quelle spettanti per l’intero periodo d’imposta», vale a dire se durante il 2024 si è lavorato meno del previsto.

Sarà poi compito dei datori l’erogazione del bonus, se sono rispettate tutte le condizioni: un controllo che avviene a erogazione avvenuta. Se il contribuente non aveva effettivamente diritto all’una tantum, il datore provvederà al recupero a debito o credito del lavoratore. Se sarà invece il lavoratore ad accorgersi dell’errore, lo restituirà in sede di dichiarazione fiscale (730 o dichiarazione dei redditi). In questa stessa sede un contribuente a cui non fosse arrivato il bonus potrà farne richiesta.

Le critiche di Iv e Codacons

Non sono state poche le critiche dirette alla misura del bonus Natale, nonostante l’ampliamento previsto di 3 milioni e mezzo di persone che potranno goderne. Secondo Daniela Sbrollini di Italia Viva, vicepresidente della Commissione affari sociali del Senato, il decreto «abbandona a loro stessi quasi 9 milioni di cittadini italiani», cioè i single senza figli. Questi, ha aggiunto, «spendono il doppio rispetto a chi vive in famiglia: un salasso difficile da sostenere». Contrario anche il Codacons, ma per motivi opposti: «Il bonus è a tutti gli effetti una elemosina, peraltro pesantemente discriminatoria».

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