L’agopuntura entra nei Lea: «Ora sarà in tutte le Regioni». A cosa serve e per quali terapie si utilizza


L’agopuntura è stata inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) della sanità italiana. E ora le Regioni dovranno assicurarla ai cittadini. Si potranno ottenere visite con un ticket da 25 euro o sedute con 10 euro. «La novità è epocale. Adesso però bisogna che i servizi vengano fatti funzionare. E non sarà facile, viste le carenze di professionisti», dice il presidente della Federazione degli agopuntori Carlo Maria Giovanardi. Di solito, spiega Repubblica, a praticarla sono gli anestesisti. Nei nuovi Lea (sui quali pende un ricorso al Tar per una questione di tariffe dei laboratori) si trovano due diciture per l’agopuntura: «Per analgesia» e «Altra».
Gli studi di efficacia
Giovanardi dice che la disciplina ha superato alcuni studi di efficacia: «Lavori che ad esempio non ci sono per l’omeopatia e la medicina ayurvedica. Si va dal trattamento dell’emicrania, della lombalgia cronica aspecifica e della dismenorrea a quello della fatigue, cioè l’astenia, la stanchezza nei malati oncologici. Sempre per i malati di cancro si usa anche per ridurre gli effetti collaterali di certe terapie». Regioni come Emilia-Romagna e Toscana da tempo ci hanno puntata e già oggi ci sono 350 ambulatori pubblici in tutta Italia. Per praticarla bisogna essere laureati in medicina. Ci sono corsi triennali e solo chi ottiene il diploma può praticare nel servizio pubblico.
Le sedute
Una seduta dura circa 40 minuti. I medici possono richiedere anche solo sedute di agopuntura, senza il consulto specialistico. «Ci sono problemi acuti che si risolvono in due o tre sedute, ce ne sono di cronici per i quali bisogna vedersi in modo continuativo, magari meno spesso», dice Giovanardi. «I pazienti oggi ci cercano di più. Un tempo arrivavano da noi dopo aver provato altre cose, ora siamo anche la prima scelta per problemi come il dolore. E poi c’è un’esplosione della domanda per gli effetti avversi delle terapie oncologiche. Il tutto fa sì che siano in aumento i colleghi che ci mandano i loro assistiti», conclude.
Silvia Minicucci
Il quotidiano parla anche con Silvia Minicucci, che si occupa di terapia del dolore nell’ambulatorio di agopuntura dell’ospedale Mauriziano di Torino. La dottoressa si è avvicinata all’agopuntura «per passione, si tratta di un mondo affascinante e sono molto contenta che ora l’agopuntura possa essere assicurata a livello pubblico. Potranno usufruirne ancora più pazienti». Le terapie riguardano diagnosi di «fibromialgia, ci sono benefici per il dolore cronico e sulle cefalee. Poi ovviamente vediamo persone con la lombalgia cronica. I malati vedono i risultati e tornano volentieri». L’agopuntura funziona contro il dolore perché «c’è una componente tissutale, organica, ma anche emozionale. Ecco, l’agopuntura cura il corpo con gli aghi che stimolano determinate zone del corpo ma anche la mente. Quando vedo per la prima volta un paziente con il dolore cronico passo la metà del tempo a fare psicoterapia».
Le altre applicazioni
L’agopuntura «è meno utilizzata ma efficace anche per alcuni problemi internistici. Ad esempio per controllare l’ipertensione arteriosa. In Cina hanno una grande esperienza nella riabilitazione dopo l’ictus, cosa che nel nostro Paese non pratichiamo». E i medici ormai l’hanno sdoganata: «Tutti i colleghi, di qualunque disciplina, la considerano ormai come uno dei tanti strumenti a disposizione per curare i malati. Per loro è da tempo un livello essenziale di assistenza».