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Gaza e Ucraina, i tormenti di Trump: «Non ci dorme la notte». Smentite le voci sul riconoscimento Usa della Palestina

10 Maggio 2025 - 19:12 Filippo di Chio
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La frustrazione del presidente americano sulle grandi crisi internazionali che non riesce a risolvere in tempi record, come aveva frettolosamente annunciato

Donald Trump è «frustrato» e non riesce a dormire la notte a causa della guerra tra Russia e Ucraina. Lo rivela un’inchiesta del Wall Street Journal, che riporta le confidenze fatte dal presidente degli Stati Uniti a un gruppo ristretto di donatori riuniti nel suo club privato in Florida. Secondo quanto riferito, Trump avrebbe definito il presidente russo Vladimir Putin un negoziatore «particolarmente duro», determinato ad ottenere «tutto» il territorio ucraino. Le difficoltà diplomatiche, però, non si fermano all’Est Europa. Trump, che durante la campagna elettorale aveva promesso di risolvere in tempi rapidissimi queste crisi internazionali, si trova ora impantanato su più fronti. Il Wsj riferisce che Trump ha affermato di aver esagerato intenzionalmente quando ha dichiarato che avrebbe messo fine alla guerra tra Russia e Ucraina in un giorno e ritiene che i suoi elettori avrebbero capito già in quel momento che stava esagerando. Anche sul fronte di Gaza, l’impegno diplomatico dell’amministrazione sembra essere messo a dura prova. L’amministrazione è frustrata sul fronte Medio Oriente e lo stesso Trump ha ammesso difficoltà nel trovare una quadra perché a Gaza «combattono da mille anni».

Trump pronto a riconoscere la Palestina?

Donald Trump non sarebbe affatto pronto a riconoscere lo Stato di Palestina. A smentire l’indiscrezione, circolata nelle scorse ore e rilanciata dal Jerusalem Post, è intervenuto direttamente l’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, che ha definito la notizia «una sciocchezza». Secondo il quotidiano israeliano, il presidente americano si preparava a «rilasciare una dichiarazione riguardante il riconoscimento da parte degli Stati Uniti di uno Stato palestinese», escludendo Hamas. Ma Huckabee ha liquidato la voce con un post su X sarcastico: «Il Jerusalem Post ha bisogno di fonti migliori di questa “fonte” non identificata. Mio nipote di 4 anni, Teddy, è più affidabile. E fidatevi di Teddy», ha scritto su X, aggiungendo che «Israele non ha un amico migliore del presidente degli Stati Uniti».

Il misterioso «annuncio molto importante» di Donald Trump

Intanto, mancano pochi giorni al vertice in Arabia Saudita, dove il presidente americano sarà presente e si siederà al tavolo con tutti i leader dei Paesi del Golfo. Si tratta della seconda visita del tycoon in Arabia dopo quella del maggio 2017, durante il suo primo mandato. Un viaggio che lo stesso Trump aveva presentato con un velo di mistero, anticipando un «annuncio molto importante» proprio in occasione del vertice. «Non mi aspetto che riguardi la Palestina. Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e il re Abdullah II di Giordania non sono stati invitati», ha fatto notare l’ex diplomatico Ahmed Al-Ibrahim. «Sono i due Paesi più vicini alla Palestina e sarebbe importante che fossero presenti a un evento come questo».

I dubbi degli analisti e l’opzione più probabile: «Maxi accordi commerciali con il Golfo, come quelli del 2017»

Più probabile, invece, che si tratti dell’annuncio di importanti accordi commerciali ed economici con i Paesi del Golfo. «Forse saranno simili all’accordo del 2017 Golfo-Stati Uniti, per un valore di oltre 400 miliardi di dollari». Opzione più probabile dato che gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato investimenti negli Usa per oltre mille miliardi di dollari, e l’Arabia Saudita per oltre 600 miliardi di dollari.

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