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Papa Leone XIV e la guerra in Ucraina: «Un’invasione imperialista. Un’aggressione ingiusta» – Il video

11 Maggio 2025 - 11:39 David Puente
Quando era vescovo in Perù, Robert Francis Prevost non esitò a condannare l'aggressione russa

Parole nette, senza ambiguità. In un’intervista rilasciata al media peruviano Expresión il 13 aprile 2022, a pochi giorni dalla strage di Bucha, l’allora vescovo di Chiclayo Robert Francis Prevost, oggi salito al soglio pontificio con il nome di Papa Leone XIV, aveva espresso un giudizio chiaro sulla guerra in Ucraina: un’invasione imperialista da parte della Russia, motivata da interessi di potere. Intervistato dalla direttrice Rosa Chambergo Montejo, il futuro Papa rifletteva su un mondo incapace di fermare la violenza, pur in un’epoca di avanzamenti tecnologici e culturali.

«Un’invasione imperialista» e «un’aggressione ingiusta»

Nel passaggio più duro dell’intervista, Prevost descrive la guerra in Ucraina come «una vera e propria invasione imperialista, dove la Russia vuole conquistare un territorio per motivi di potere e per un vantaggio proprio. […] E si stanno commettendo, è già stato dimostrato, crimini contro l’umanità in Ucraina». Si tratta, ovviamente, di una condanna netta rilasciata ben prima della sua elezione a Papa, priva delle cautele diplomatiche che solitamente accompagnano le parole degli alti prelati in questioni geopolitiche, in difesa di «tante persone innocenti vengono uccise e muoiono a causa di questa aggressione ingiusta».

L’appello ai politici e all’opinione pubblica

Il messaggio di Prevost non era rivolto solo alla comunità cattolica, ma a tutta l’opinione pubblica e alle istituzioni: «Credo che dobbiamo anche essere più chiari noi, persino alcuni politici nel nostro Paese non vogliono riconoscere gli orrori di questa guerra e la malvagità della Russia».

La preghiera per la pace e il rifiuto delle armi

Il futuro Papa parlò anche della necessità di una tregua, auspicando un momento di pace almeno per la Settimana Santa del 2022, lanciando un messaggio universale, rivolto a tutti: «Oggi non si può più ricorrere alle armi per risolvere i problemi. Dobbiamo cercare altri metodi. […] Dobbiamo insistere molto su ciò che significa promuovere la pace, abbandonare le armi».

La trascrizione completa

Ecco la trascrizione completa dell’intervento sull’Ucraina:

Rosa Chambergo Montejo: «Stiamo anche affrontando un grande problema a livello mondiale, questa guerra che non riusciamo a comprendere tra Russia e Ucraina. Quale messaggio ci lascia, Monsignore, quando gli esseri umani, con così tanti progressi tecnologici, con tutte le situazioni che vediamo giorno dopo giorno, in questo ciclo in cui viviamo, in questo anno 2022, possono ancora distruggersi a vicenda?»

Prevost: «Certo, questo è un problema gravissimo che sta colpendo tutto il mondo. Ci sono molte analisi sul conflitto, sulla guerra che si sta vivendo attualmente in Ucraina, ma dal mio punto di vista si tratta di una vera e propria invasione imperialista, dove la Russia vuole conquistare un territorio per motivi di potere e per un vantaggio proprio, data la posizione strategica, così come per il grande valore culturale, storico e produttivo che l’Ucraina rappresenta per la Russia. E si stanno commettendo, è già stato dimostrato, crimini contro l’umanità in Ucraina. Bisogna pregare molto Dio per la pace, ma credo che dobbiamo anche essere più chiari noi, persino alcuni politici nel nostro paese non vogliono riconoscere gli orrori di questa guerra e la malvagità che la Russia sta portando avanti con le sue azioni in Ucraina. È davvero una situazione che grida al cielo, che cerca una soluzione, e credo che tutti noi dobbiamo insistere molto su ciò che significa promuovere la pace, abbandonare le armi. Oggi non si può più ricorrere alle armi per risolvere i problemi, dobbiamo cercare altri metodi e, se Dio vuole, che si arrivi almeno in questo periodo a una tregua, a una pausa in tutta questa violenza, magari per la Settimana Santa, ma anche perché tante persone innocenti vengono uccise e muoiono a causa di questa aggressione ingiusta».

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