Al via le domande per il Reddito di libertà, fino a 500 euro al mese per le donne vittime di violenza. Chi può richiederlo e come


Da oggi, lunedì 12 maggio, è attivo il servizio dell’Inps per la presentazione delle nuove domande per il Reddito di libertà, il contributo economico, che può arrivare fino a 500 euro al mese, destinato alle donne vittime di violenza, che siano seguite dai centri antiviolenza e dai servizi sociali.
Cos’è il Reddito di libertà
Il Reddito di libertà è un contributo economico, compatibile con altri strumenti di sostegno come l’assegno di inclusione, che può arrivare fino a un valore di 500 euro al mese, per un massimo di dodici mesi, pensato per sostenere le donne vittime di abusi nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. I soldi, che verrebbero erogati in un’unica soluzione, quindi fino a un massimo di seimila euro per l’intera annualità, dovrebbero aiutare le donne a recuperare la propria indipendenza, soprattutto economica, favorendo quindi l’autonomia abitativa e personale e il percorso scolastico e formativo dei figli minori.
Chi può avere il Reddito di libertà e quali sono i requisiti
Possono richiedere il Reddito di libertà tutte le donne vittime di violenza, che siano seguite da centri antiviolenza e servizi sociali, e che presentino domanda in Comune. «Le domande – si legge sul sito dell’Inps – devono essere presentate per il tramite dei Comuni di riferimento, ossia dal Comune nel cui ambito è avvenuta la presa in carico da parte del centro antiviolenza e del servizio sociale, a prescindere che in tale Comune la donna abbia fissato la residenza o il domicilio». Sarà poi il Comune stesso a inoltrare la domanda all’Inps. Basta essere residenti nel territorio italiano (anche con permesso di soggiorno), ed essere in condizione di povertà, legata a uno stato di bisogno straordinario o urgente, accertato dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale. Il rappresentante legale del centro antiviolenza che ha preso in carico la donna avrà poi il compito di attestare il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso.
Quali domande verranno accolte
Le domande verranno accettate entro i limiti dei soldi stanziati dal governo (10 milioni di euro), sulla base delle risorse disponibili a livello regionale, in ordine di presentazione delle richieste. Come si legge dal sito dell’Inps, infatti, «quelle presentate nel 2025, comprese quelle ripresentate entro il 18 aprile 2025, restano valide fino al 31 dicembre 2025». Le domande non accolte per insufficienza di budget potranno essere accolte in seguito, entro il 31 dicembre dell’anno di presentazione, sempre «nei limiti delle ulteriori risorse disponibili, altrimenti decadono in via definitiva e possono essere ripresentate l’anno successivo».