Sveva Sagramola e il rapporto con Licia Colò: «Non dico che l’ho sofferto, ma lei è un volto molto potente»


«Sono stata una super viaggiatrice, poi però non mi sono più mossa. Sono un’altra donna: sono diventata mamma tardi, a 45 anni, e ho scelto di esserci sempre per mia figlia. Così ho messo da parte i viaggi, consapevolmente. L’amore ti fa fare cose che non ti aspetti». La conduttrice Sveva Sagramola racconta da 27 anni il mondo su Rai3. «Ho visto tantissimi posti meravigliosi. Sono stata a lungo in Africa: nel Mali, a Timbuctù, nella mitica città di sabbia. E poi in Burkina Faso, nel Togo, nel deserto del Sahara, dove ho viaggiato con i nomadi». Il 29 aprile, per Mondadori, è uscito anche il suo primo libro illustrato (dal fratello Cristiano), «Storia di Topino».
Il rapporto con Licia Colò
Intanto in un’intervista al Corriere della Sera parla del suo rapporto con Licia Colò: «È stata una antesignana, la prima ad aprire la strada alla divulgazione ambientale al femminile. Inoltre, le prime due edizioni di Geo le ha condotte lei: è un volto molto potente, non a caso per anni la gente mi diceva “ah, tu sei quella che conduce il programma di Licia Colò”. Non dico che l’ho sofferto, ma… Oggi ci vogliamo bene, siamo in ottimi rapporti. E anche io sono diversa: lei ha uno sguardo sull’ecologia, è una biologa pura, mentre il mio sguardo è più da antropologa. Inoltre lei ancora adesso viaggia… sua figlia ormai è grande».
La maternità
Anche lei è cambiata con la maternità: «Crescere una figlia in età adulta è bellissimo, perché ti prendi del tempo con più facilità. Le giovani mamme non hanno questa fortuna, devono conciliare mille cose e la società non aiuta: mi spiace molto, non si capisce che noi donne con un figlio ci espandiamo, diamo di più. Aver conosciuto tardi mio marito, quindi, mi ha dato dei vantaggi: avevo già raggiunto i miei obiettivi lavorativi e credevo che la maternità non avrebbe più fatto parte della mia vita. Mi dicevo: non ti è dato di avere figli e, anzi, vivevo l’ipotesi con una certa ansia. Non mi sentivo adeguata». E invece «io che sono una ansiosa — soffro di ansia anticipatoria —, e una insicura cronica, posso dire che essere madre è stata l’unica cosa che ho fatto senza la minima ansia. Una specie di miracolo».
L’incontro con il marito
Ha capito che il marito era la persona giusta «dopo anni e anni di terapia analitica. Sono una persona molto complessa, nel tempo ho compreso che mi avvicinavo a persone sbagliate perché in realtà non sono mai stata in grado di affidarmi. Avevo una grande paura dell’abbandono. Mio marito era l’uomo che prima non avrei mai guardato: l’uomo possibile, leale, che non ti abbandona e che quando ti dice una cosa la fa. Per fortuna l’ho incontrato quando avevo capito tutto questo. E, attraverso i figli, in qualche modo, riesci a cicatrizzare anche tante ferite».