Tom Cruise è stato scelto per «Rain Man» grazie all’audacia della sorella: «Così mi convinse a presentarmi a Dustin Hoffman»


La storia che ha portato Tom Cruise ad ottenere il ruolo di Charlie Babbitt nel capolavoro Rain Man di Barry Levinson è molto particolare. La star di Hollywood, icona del cinema mondiale ha raccontato ieri, domenica 11 maggio, al London Film Festival che deve tutto alla sorella Cass. Siamo intorno alla metà degli anni ’80, Tom Cruise e la sorella minore sono in un ristorante di New York. Ai tempi l’attore, che nella sua carriera sarà candidato all’Oscar per quattro volte, aveva già messo in cassaforte cult come Amore senza fine di Franco Zeffirelli (il suo esordio assoluto), I ragazzi della 56ª strada di Francis Ford Coppola, Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano di Paul Brickman (passato alla storia per la scena del ballo con camicia, mutande e calzini), Legend di Ridley Scott, Top Gun di Tony Scott, Il colore dei soldi di Martin Scorsese e Cocktail di Roger Donaldson. A un certo punto nello stesso ristorante entra Dustin Hoffman, ai tempi già premio Oscar per Kramer contro Kramer. Indossa – racconta Cruise – un cappello per non farsi riconoscere, è in città per le repliche di Morte di un commesso viaggiatore e sta aspettando del cibo da asporto. Cass a quel punto suggerisce al fratello di andare a salutarlo, lui si rifiuta. «Lo conosci, conosci i suoi film» insiste lei. «Io non faccio cose del genere – ribatte Cruise -, non mi avvicino alla gente». «Se non lo fai, andrò da lui e gli dirò chi sei» minaccia Cass. «Non saprà chi sono, sarebbe davvero umiliante!» risponde il fratello. Alla fine l’attore si convince e si avvicina: «Mi scusi, signor Hoffman…». Ma Dustin Hoffman lo anticipa: «Cruise!».
I biglietti per il teatro e quella promessa mantenuta
A quel punto l’incontro si fa particolarmente piacevole, Hoffman offre a Tom Cruise e alla sorella i biglietti per Morte di un commesso viaggiatore e li invita dopo lo spettacolo ad andarlo a salutare nei camerini. «Mentre me ne stavo andando – racconta l’attore ridendo – mi disse: “Voglio fare un film con te”. Ed io risposi: “Sarebbe bello, signore”. Ed è quello che è successo, praticamente un anno dopo mi ha mandato la sceneggiatura di Rain Man». In realtà il cast del film sarebbe dovuto essere diverso: lo stesso Hoffman era stato chiamato per interpretare Charlie Babbitt e sarebbe dovuto essere Bill Murray a recitare la parte di Raymond. Ma poi Hoffman, dopo aver conosciuto la realtà delle persone con autismo, frequentando un istituto specializzato, ha scelto di cambiare parte e il ruolo, dopo il rifiuto di Mickey Rourke, passò in mano a Tom Cruise. Anche il regista, Barry Levinson, non era la prima scelta della produzione, il film infatti era destinato a Steven Spielberg, che dovette rinunciare perché impegnato con le riprese di Indiana Jones e l’ultima crociata. Alla fine tutto andò per il meglio, Rain Man riuscì ad ottenere otto candidature agli Oscar del 1989 e a vincerne quattro (Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista e Migliore sceneggiatura originale).