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Il nodo Mes e il pressing su Giorgetti dall’Europa: Salvini: «Non lo ratificheremo mai». Pd: «Noi gli zimbelli d’Europa»

13 Maggio 2025 - 15:23 Sofia Spagnoli
giancarlo giorgietti eurogruppo
giancarlo giorgietti eurogruppo
Le nuove pressioni durante l'Eurogruppo di ieri, ma il ministro dell'Economia ha frenato ancora

Il nodo del Mes torna al centro del dibattito politico. Dopo mesi di silenzio, il Meccanismo europeo di stabilità riemerge come tema caldo, anche alla luce delle nuove pressioni arrivate dall’Europa sul governo italiano, e sul ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ma a frenare è ancora una volta Matteo Salvini, che ribadisce la linea dura della Lega: «Mes? No, grazie! Il Parlamento, anche grazie alla posizione ferma della Lega, che ha sempre combattuto il Mes sin dai tempi di Monti, ha già respinto il tentativo dell’Ue di metterci questo cappio al collo. Dalla sua trasformazione in “salva-banche” non avremmo alcun vantaggio, perché le nostre banche godono di ottima salute».

«Liquidate la quota italiana»

La posizione del leader del Carroccio resta dunque netta, e contribuisce a mantenere lo stallo in Europa. Il nostro Paese è infatti l’unico tra quelli dell’Eurozona a non aver ancora dato il via libera al Mes. E finché tutti gli Stati membri non lo avranno approvato, il meccanismo non potrà essere operativo. In sostanza, i fondi restano congelati per tutti. «Visto che si insiste a proporre questa modifica che la Lega non ratificherà mai – continua Salvini – rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono».

«Siamo gli zimbelli d’Europa»

«Ennesima figuraccia del governo italiano che viene richiamato dai partner europei rispetto alla ratifica del Mes». Non tardano ad arrivare gli affondi dell’opposizione. A parlare è Piero de Luca, deputato del Partito democratico: «La nostra grave inadempienza è un caso ed è preoccupante che Giorgetti stia continuando a scherzare col fuoco. Per colpa della destra l’Italia è l’unico Stato a non aver ratificato la riforma del Mes». «Così facendo – continua il dem – abbiamo bloccato la sua entrata in vigore e la possibilità di attivare uno dei principali strumenti innovativi, il “backstop”, che assicura adeguate tutele ai risparmiatori europei ed anche italiani». Per De Luca «II governo sta mettendo in pericolo la tenuta finanziaria dell’Ue ma anche danneggiando la credibilità internazionale dell’Italia. Siamo oramai gli zimbelli dell’Europa»

Il contesto

Nella giornata di ieri si è tenuta a Bruxelles la riunione dell’Eurogruppo, che riunisce i ministri finanziari dei Paesi che adottano l’euro. L’incontro era stato convocato in realtà per analizzare lo stato di salute del settore bancario, nei fatti, anche per aggiornarsi sul Mes. Proprio in questo contesto, il Ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, avrebbe ricevuto nuove sollecitazioni – c’è chi parla apertamente di “pressing” – da parte degli omologhi europei affinché l’Italia proceda alla ratifica del nuovo Mes, approvato già nel 2021. Durante il suo intervento alla riunione Giorgetti, però, si è detto «non ottimista» sul via libera da parte del Parlamento italiano alla riforma. La ratifica del trattato incontra infatti la ferma opposizione della maggioranza di centrodestra. In prima linea c’è la Lega, che ha fatto del no al Mes una battaglia identitaria. Ma anche Fratelli d’Italia, partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha sempre espresso scetticismo, così come una parte di Forza Italia, sebbene su posizioni più sfumate.

L’intervento di Dombrovskis

Sul tema è intervenuto ieri anche il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, il quale ha precisato che, pur non avendo la Commissione competenze dirette sul MES – trattandosi di un trattato intergovernativo – «è importante finalizzare la ratifica del trattato rivisto». Sulla stessa linea il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe: «Se il trattato Mes non viene ratificato, i fondi disponibili per affrontare eventuali difficoltà bancarie non potranno beneficiare della capacità del Mes di erogare prestiti. Questo significa che il Meccanismo non sarà in grado di svolgere un ruolo altrettanto attivo in caso di crisi finanziarie legate al sistema bancario, aumentando il rischio futuro per tutti noi qualora si presentasse una situazione di grave instabilità».

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