Botta e risposta Schlein-Meloni sulla Sanità: «Curarsi è diventato un lusso, siamo la Repubblica delle liste di attesa» – Il video
Sembrava un premier time dai toni relativamente calmi, per non dire distesi. Sicuramente meno tesi rispetto ad altre occasioni. Ma poi è arrivata l’interrogazione della segretaria del Pd, Elly Schlein, alla premier Giorgia Meloni, sulla sanità, e i toni si sono inevitabilmente surriscaldati, come del resto avevano iniziato ad alzarsi mentre parlava l’ex premier Giuseppe Conte. È così che è iniziato un acceso botta e risposta tra le due, che ha segnato il secondo premier time del mese, quello del 14 maggio (il precedente era stato al Senato).
«Scegliere tra mangiare e curarsi»
La segretaria del Partito democratico è stata la seconda a presentare un’interpellanza sulla sanità, dopo quella di Noi moderati. «Due giorni fa, a Taurianova, alcune fioraie mi hanno detto che ormai si deve scegliere tra mangiare e curarsi. La sanità è al collasso, il personale è stremato, 40mila medici sono già fuggiti all’estero e la situazione sanitaria è gravemente compromessa», ha dichiarato Schlein, continuando: «Vi abbiamo indicato dove trovare 5 miliardi da destinare subito alla sanità e non l’avete fatto». La segretaria ha portato in aula anche un grafico per illustrare i tagli al settore sanitario.
«Aiutateci e non fate makumbe»
La risposta di Meloni non si è fatta attendere e i toni si sono accesi: «Schlein, è sempre un po’ difficile parlare con chi, per fare propaganda, è costretto a mentire». Si alzano grida di protesa nell’Aula, poi la premier torna a parlare in maniera piuttosto concitata: «Torno a dire che il Fondo sanitario nazionale è al livello più alto di sempre. Quando ci siamo insediati nel 2022 quel fondo era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd quando è stato al governo non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni». «E ora che siete all’opposizione, venite a dirci quanto sia importante la sanità. Noi vogliamo scrivere un nuovo piano nazionale sulla sanità, e speriamo che ci darete una mano, invece di fare le vostre ‘makumbe’» e conclude il suo intervento.
«Sempre colpa di qualcun altro»
A questo punto Schlein si infuria. «Presidente non so da quanto tempo non lascia il palazzo per andare in un ospedale. Perché quando io ero ancora all’università avete messo voi, con Berlusconi, il tetto alle assunzioni». La dem urla dagli scranni. «Volete una sanità a misura del portafogli, ma i suoi tagli li pagano i cittadini. È una vera e propria tassa Meloni, curarsi è diventato un lusso mentre tra di voi c’è chi ci guadagna dalle cure private». Il riferimento – non esplicito – è probabilmente a Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato alla Salute, che possiede quote in una clinica privata. «È sempre colpa di qualcun altro: prima le liste d’attesa delle regioni, i 26 mesi di calo industriale dell’Europa, poi il fallimento dei centri in Albania dei giudici. I fallimenti sono sempre colpa di qualcun altro, esca dal suo mondo fantastico. Non ci sono scuse. Dopo tre anni le responsabilità sono sue e gli italiani non sono fessi, lo vedono». «Siamo la Repubblica delle liste di attesa», conclude.